Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te

Il Vangelo della IV domenica di Avvento ci racconta la vocazione di Maria, chiamata da Dio a diventare la Madre di Gesù. Lei ha ricevuto da Dio un compito particolare per il bene di tutto il popolo. La vocazione ha proprio questo significato: Dio ci affida un compito e ci rende anche capaci di svolgerlo, per il bene di tutti. La vocazione è sempre articolata ad una missione.

La prima parola che Maria ascolta è: «Rallegrati!». È un invito alla gioia. Maria accetta con fede il suo compito. La sua domanda: «Come è possibile?» esprime lo stupore e la meraviglia di fronte all’annuncio dell’angelo. Non è un dubbio ma l’inizio dello stupore che poi si manifesterà pienamente nell’incontro con Elisabetta quando Maria intona il Magnificat. Quel cantico di lode è davvero l’esplosione della gioia di Maria.

La seconda espressione dell’angelo è «piena di grazia», cioè a Maria è rivolto tutto il favore, la benevolenza e il compiacimento di Dio. Questo dato è così fondamentale che viene ripetuto dall’angelo: «Tu hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30). Ed è così caratteristico di Maria che l’angelo, salutandola, non usa il suo nome proprio Maria ma la chiama Piena di Grazia come se si trattasse di un nome nuovo. Potremmo dire che Maria è il nome che ha ricevuto dai genitori, “Piena di Grazia” è il nome che le è stato dato da Dio.

La terza espressione dell’angelo: «Il Signore è con te».

Questo saluto si riferisce all’aiuto di Dio. Dio non si limita a chiamare, abbandonando poi i chiamati a se stessi, ma li accompagna e li rende capaci di svolgere il loro compito. Continua ad interessarsene e a rimanere fedele. Così è per ogni vocazione, per esempio i genitori chiamati al matrimonio e all’educazione cristiana dei loro figli ricevono dal Signore l’aiuto necessario proprio in forza del sacramento del matrimonio.

Così il sacerdote o la suora che hanno consacrato la loro vita al Signore. Non a caso il Catechismo della Chiesa Cattolica denomina i due sacramenti dell’Ordine e del Matrimonio sacramenti al servizio della comunione, specificando, al n. 1534: «l’Ordine e il Matrimonio, sono ordinati alla salvezza altrui. Se contribuiscono anche alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono all’edificazione del popolo di Dio».

Maria resta per tutti noi il modello. Dicendo «Eccomi» ci insegna a donare al Signore il meglio di noi stessi, tutta la nostra vita, a dare tutto, dare senza riserve ciò che abbiamo ricevuto in dono: la vita, la fede, la passione per Dio e per l’uomo, a restituire questi doni che abbiamo ricevuto per grazia, restituirli perché non ci appartengono, restituire per condividere il Bene che ci ha salvati e santificati.

 

Padre Ezio Casella, direttore Ufficio Liturgico Diocesano