Si intitola È Natale ancor la lettera scritta dal vescovo Domenico Pompili per accompagnare i fedeli nell’attesa del Natale. Un testo inevitabilmente caratterizzato dalle difficoltà causate dalla situazione sanitaria, ma che approfitta di questo clima di incertezza per sollevarsi al di sopra degli equivoci del «Natale da salvare»: oltre che dal Coronavirus, dall’ideologia, dalla strumentalizzazione, dal consumismo. In parte recuperando la realtà storica della festa, ma soprattutto guardando al cuore dell’evento inaudito dell’incarnazione. È solo di fronte a «Dio si è fatto uomo, figlio di una madre umana», che tutto il resto assume senso e spessore, e si distingue ciò che è essenziale da ciò che è pretestuoso, commerciale, sentimentale.
Coerente con questa impostazione, la lettera non contiene indicazioni pratiche sul tema degli orari delle Messe di Natale che tanto ha tenuto banco in questi giorni. Quanto a questo basta fare riferimento alle indicazioni generali diffuse dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ricordando la particolare cura e prudenza ai quali sono soggetti le liturgie e gli incontri comunitari, suggerisce ai parroci di “orientare” i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità: Messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno. Fermo restando che per la Messa nella notte, sarà necessario prevedere l’inizio e la durata della celebrazione in un orario compatibile con il cosiddetto “coprifuoco”.
Da parte sua, mons Pompili celebrerà la consueta Messa del 24 dicembre a Greccio alle ore 19, quelle del giorno di Natale alle 11 ad Ascoli Piceno e alle 18 nella Cattedrale di Rieti.