Gmg 2023, Falabretti (Cei): «Portare a casa l’esperienza e rilanciare ciò che si è vissuto con entusiasmo»

Saranno 65mila circa, da oltre 180 diocesi, guidati da 106 vescovi e da decine di sacerdoti, religiosi e religiose, i giovani italiani che in questi giorni sono in partenza, con auto, navi, bus, aerei e treni, alla volta di Lisbona per partecipare alla Gmg (1-6 agosto) e incontrare Papa Francesco, insieme ad altre centinaia di migliaia di loro coetanei di ogni parte del mondo. Si tratta di uno dei ‘contingenti’ più numerosi, se non il più numeroso, tra quelli in arrivo nella capitale portoghese confermando, così, la tradizione che vede quello ‘italiano’ sempre tra i gruppi più folti alle Gmg internazionali.

foto SIR/Marco Calvarese

Giorni nelle diocesi. Ad attenderli le chiese portoghesi – e anche spagnole – che li accoglieranno dal 26 al 31 luglio per le Giornate nelle diocesi, che anticipano il programma ufficiale della Giornata, un’esperienza di gemellaggio con le comunità locali grazie ad un programma di attività incentrato su “accoglienza, scoperta, missione, cultura e invio”. Le diocesi lombarde e del Triveneto si gemelleranno con la diocesi di Porto, quelle umbre con Aveiro, le piemontesi e valdostane con Coimbra, mentre campani e siciliani saranno a Fatima. I giovani del Lazio faranno tappa a Barcellona, in Spagna, prima di raggiungere Lisbona, quelle abruzzesi a Lourdes, in Francia. Tutti alloggeranno in case famiglia, in parrocchie, in strutture pubbliche, scuole, comuni e parrocchie, e associazioni. Sarà l’occasione anche per conoscere altri giovani da Europa, Africa, America, Asia e Oceania. In totale saranno circa 70mila i pellegrini da tutto il mondo coinvolti nelle Giornate nelle diocesi.

Casa Italia (Foto Calvarese/Sir)

Casa Italia. A Lisbona i 65mila azzurri potranno godere di “Casa Italia”, segno distintivo della presenza italiana alle Gmg internazionali. Si tratta, spiega don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg), di “un luogo accogliente per stare assieme, conoscersi e riposarsi, ospitato nella scuola delle Suore Dorotee, non lontano dai luoghi degli eventi della Gmg. L’esperienza di Casa Italia – spiega il sacerdote – è nata molti anni fa: all’inizio fu un centro di servizi per addetti ai lavori, un po’ alla volta si è strutturata come una casa dove molte persone si incontrano”. Casa Italia servirà a fare fronte ad alcune necessità concrete come “il ritiro di documentazione per i responsabili, il ritiro di materiale, una segreteria che sia anche punto dove trovare informazioni” e dare una sede al coordinamento degli Uffici di pastorale giovanile e soprattutto al coordinamento della Segreteria generale della Cei che è riferimento pratico per i vescovi e le diocesi”. Casa Italia avrà anche un cortile dove i giovani potranno trascorrere del tempo “in chiacchiere, canti, una partitella con il pallone; persino un ristoro. A Casa Italia – aggiunge don Falabretti – inviteremo qualcuno dell’Ambasciata italiana a Lisbona perché ci accompagni, cercheremo un medico per le necessità di primo soccorso, ci sarà una chiesa per chi ha bisogno di pregare e una sala per gli incontri”. Dentro la struttura, per tutto il tempo della Gmg, lavoreranno una trentina di volontari.

foto SIR/Marco Calvarese

Festa degli italiani. E come accaduto anche nelle passate edizioni della Gmg, anche a Lisbona si terrà la Festa degli Italiani, che riunirà tutti i pellegrini ‘azzurri’. L’appuntamento è fissato per mercoledì 2 agosto (ore 20 portoghesi) presso il Passeio Maritimo de Algés e sarà aperto da un messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il tema della festa è “Protagonisti” e il programma prevede l’alternarsi di musica, spettacolo, riflessione e preghiera. “L’idea – spiegano dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg) – è quella di ascoltare i ragazzi che sono i veri protagonisti della Gmg, partendo da temi che li riguardano come il fallimento, l’amore, il futuro, i sogni, la poca fiducia nelle istituzioni. Porteranno le loro testimonianze, tra gli altri, don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e dell’associazione antimafia Libera, l’attrice Giusy Buscemi, il docente Enrico Galiano, l’atleta Cristina Chirichella, l’operatore umanitario Gennaro Giudetti. Non mancheranno gli artisti conosciuti dai più giovani come LDA, Fiat 131, Carlo Amleto (comico e cantautore, nuova scoperta di Zelig e Bar Stella), Dany Cabras e Mr Pallotta con il loro dj set. A condurre la serata saranno Carolina di Domenico e Gabriele Vagnato. La Festa si concluderà con un momento di preghiera e lo scambio dei doni, l’icona della Madonna di Loreto e la Croce di San Damiano, alla diocesi di Lisbona. Saranno presenti il presidente e il segretario della Cei, card. Matteo Zuppi e mons. Giuseppe Baturi. Con loro il neo cardinale Amèrico Aguiar, vescovo ausiliare di Lisbona e presidente della Fondazione Gmg Lisbona 2023. La diretta della Festa verrà trasmessa da Tv2000 alle 21 italiane.

La Gmg del post Covid. Quella di Lisbona sarà la prima Gmg post Covid. “Tante le ferite lasciate aperte dalla pandemia – ricorda don Falabretti – un tempo nel quale soprattutto gli adolescenti hanno vissuto le difficoltà più grandi: costretti all’isolamento nell’età che più di altre chiama all’incontro e allo stare insieme”. Da qui la convinzione che “un evento come la Gmg, con la sua proposta del viaggio, con la fatica di uscire dal proprio letto, l’allontanarsi dalle comodità di cui tutti godiamo, possa offrire il vantaggio di sperimentare sé stessi e gli altri in un modo diverso, nuovo. È nell’esperienza condivisa, tangibile, corporea che si può parlare ai giovani di ‘alterità’ e quindi anche di Dio. Per questo credo che oggi i grandi eventi, come la Gmg, possano attivare dei percorsi di ricerca e di consapevolezza che altrimenti rischiamo di perdere”. Ovviamente, conclude il sacerdote, “cercando di ‘portare a casa’ l’esperienza: da soli i grandi eventi non fanno nulla e rischiano di apparire come un grande parco divertimenti. Bisogna pensare e offrire ai giovani momenti di preparazione e poi di rilettura, di verifica personale e comunitaria per far scendere nel cuore le esperienze e farle proprie. Le relazioni e il lavoro fatto insieme hanno bisogno di memoria e custodia affinché portino i frutti buoni che promettono. In una parola: bisogna rilanciare continuamente ciò che si è vissuto con grande entusiasmo”.

di Daniele Rocchi / SIR