Artigiani della pace: ebrei, cristiani e musulmani insieme a Rieti per un momento di fraternità e riflessione

«Come ci ricorda papa Francesco, ci sono gli architetti della pace e gli artigiani della pace: architetti sono i politici, i diplomatici, che prendono grandi decisioni, e quello non dipende da noi. Ma essere artigiani, quelli che lavorano per la pace nel quotidiano, riguarda tutti noi». Così il vescovo Vito nella cerimonia svoltasi questa mattina al Camposanto monumentale di Rieti, che a un mese esatto dal terribile giorno che ha insanguinato Israele dando il via a un’escalation di violenze in quella terra che è venerata come santa dalle tre religioni monoteiste ha visto radunati esponenti religiosi nel nome dell’unico Dio di pace. I figli di Abramo, ebrei, cristiani e musulmani, si sono ritrovati per un momento di riflessione e fraternità condividendo appelli e desideri di pace in quel luogo che è tra i primi cimiteri in Italia ad aver previsto, già da trent’anni, un’area di sepoltura ebraica e una islamica.

La cerimonia era prevista nella parte nuova del cimitero che accoglie le due aree, ma a causa della pioggia ci si è riuniti all’interno della cappella, dove l’incontro è stato aperto dal saluto del direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale e condotto dal presidente di Segnali di fumo, Fulvio Iampieri. Assieme agli esponenti religiosi erano presenti autorità civili, rappresentanti delle Forze dell’ordine, sindacati e alcune classi del tecnico e liceo delle scienze applicati dell’Istituto Rosatelli accompagnate dalle insegnanti di Religione.

Hanno rivolto il saluto il sindaco Daniele Sinibaldi e un illustre ospite di fede musulmana amico di Rieti, il vice console del Marocco Mohamed Lazzizi.

Introdotta e concluso da un canto francescano e una canzone laica inneggiante alla fraternità universale (i noti Dolce sentire e Imagine di John Lennon) eseguiti da Maria Rosaria De Rossi accompagnata alla tastiera da Paolo Paniconi, la cerimonia è stata scandita da letture di brani della Scrittura ebraico-cristiana (un passo del profeta Isaia), del Corano, delle preghiere ebraiche, del magistero di papa Francesco (dall’enciclica Fratelli tutti). A intervenire, con esortazioni i rappresentanti religiosi cristiani (con il vescovo Piccinonna c’era padre Rostyslav Hadada, cappellano della comunità greco-cattolica ucraina, che assieme a un membro della comunità ha proposto un canto ucraino di pace, ed era presente anche una rappresentante della Chiesa evangelica, Maria Pia Flamini ), ebraici (la dottoressa Franca Cohen venuta da Roma, assieme al cantore Maurizio de Veroli che ha eseguito un salmo in ebraico), musulmani (con l’imam della “moschea della pace” di Rieti Mohamed Ahardane, che ha letto una “sura” in arabo). Tutti ci si è uniti poi nel rivolgere all’unico Dio alcune invocazioni di pace.