Monsignor Pompili ai ragazzi riuniti a Leonessa: «Non lasciatevi rubare il tempo, ma coglietelo al volo»

È toccato a don Domenico dare il “la” alla seconda giornata dei lavori del Meeting, che questo sabato va a “Il cuore del tempo”. Nella meditazione offerta durante le Lodi mattutine, monsignor Pompili propone un nuovo “hashtag”.

«Se ieri l’hashtag era “stai sul pezzo” per dire che l’unico tempo a disposizione è l’oggi non ieri e nemmeno domani, quindi cogliere l’attimo presente, non quello fuggente, per indicare che siamo gente concreta che non si lascia rubare il tempo ma lo coglie al volo e questo richiede agilità, presenza, intelligenza… oggi l’hashtag è “datti tempo”, come dire che occorre fare spazio al tempo.

«Noi siamo quelli che ‘non ho tempo’: mai abbiamo tempo, fenomenale scusa per venire fuori da qualsiasi richiesta e qualsiasi grana». Ma è un’impostazione, precisa il vescovo, profondamente sbagliata, anche nella sua espressione linguistica: infatti «il tempo non si possiede come se fosse una cosa. Il tempo non ce l’ho, vale piuttosto il contrario: è il tempo che siamo noi, noi siamo dentro il tempo, non possiamo pensare di avere noi il tempo, di padroneggiarlo come fosse qualcosa da cui prendere le distanze. A noi moderni è venuto meno il senso di quando il tempo sia una cosa dilatata». Se ci si confronta con la grandezza dell’universo, in cui siamo solo un piccolo pulviscolo, allora si capisce «che non si può dire con troppa superficialità ‘ho tempo, non ho tempo’, perché siamo dentro il tempo». Anche la rinnovata sensibilità per la natura «non è una moda dell’ultima stagione, perché se non recuperiamo la sensazione che stiamo dentro il tempo continueremo a dire non abbiamo tempo. Noi siamo il tempo, non noi non abbiamo tempo».

L’indicazione giusta per “darci tempo”: «occorre ritrovare il ritmo della clessidra, che è lenta ma inesorabile, non ferma, perché il tempo trascorre, inevitabilmente, a prescindere da noi». È dunque indispensabile «ritrovare tempi di pensosa solitudine, in cui riacquistiamo il senso del tempo, che è quello della clessidra, che non è né quello impazzito di chi va a 300 all’ora né quello di chi si blocca, è importante. Ed è importante che sappiamo decantare le nostre giornate con momenti di questo genere, perché così ci rendiamo conto che siamo tempo».

E per venire al messaggio più strettamente biblico, Pompili ricorda come «il tempo non è solo la nostra condizione di umani, ma è lo spazio di Dio, perché Dio entra nel tempo, Dio fa sì che la storia degli uomini sia abitata dalla sua presenza. Ed è questa presenza di Dio che fa sì che il tempo venga riscattato e soprattutto venga orientato: per cui il tempo non è più qualcosa di banale, ripetitivo, routinario, è kairòs, non solo krònos, è un’occasione da prendere al volo». Per cui «non c’è un attimo della nostra giornata che possa essere derubricato a perdita di tempo, a inutile spazio, perché ogni attimo è vita e occasione».

L’invito conclusivo di monsignore: «chiediamo al Signore di regalarci tempo: ritrovare il tempo dilatato dell’universo, ricordarci che siamo dentro il tempo, allarghiamo la nostra testa, non riduciamoci al nostro piccolo orologio, ritroviamo la percezione di essere noi dentro il tempo, e soprattutto persuadiamoci che Dio è entrato definitivamente nel tempo grazie al suo Figlio unigenito. E questo non è che un piccolo assaggio di quella gioia che ci dona l’incarnazione, perché ci fa sentire non più orfani, gettati in questo mondo, ma accompagnati».