Il vescovo Domenico al Te Deum: «Insegnaci a contare i nostri giorni e impareremo la sapienza del cuore»

Il vescovo Domenico cita il salmo 90, durante l’omelia per il Te Deum di fine anno, e si sofferma sul valore del tempo, e sul suo valore che spesso sottovalutiamo.

«Alla fine di un anno si è soliti fare bilanci, ma forse la cosa migliore è quella che suggerisce il Salmo 90: imparare la sapienza del cuore. L’età, infatti, si calcola dagli anni, ma la vita si impara dal tempo, cui accenna l’Apostolo Paolo. Il tempo, beninteso, è molto di più rispetto all’orologio, per quanto digitale. E’ il tempo, infatti, che ci rende umani perché l’uomo, a differenza dell’animale e.. del vegetale, si sporge con la sua testa fuori dall’acqua del tempo. Non siamo come pesci immersi nella corrente di acqua del tempo, ma possiamo sporgerci sopra e comprendere che – come scriveva il grande Agostino d’Ippona: “il tempo siamo noi”. Quando tale consapevolezza si smarrisce produce stagnazione. Mentre bisogna imparare a ritrovare il peso specifico di ciascuno».

Il richiamo corre al Meeting dei Giovani appena concluso a Leonessa, e all’intervento del missionario comboniano padre Alex Zanotelli, che ha sottolineato come, proseguendo nei nostri stili di vita poco consapevoli, il genere umano sembri indirizzato all’estinzione.

«Siamo noi uomini il tempo! Con questa affermazione Agostino ha voluto smarcarsi sia dai criticoni del suo tempo che dalla religione pagana che faceva di Cronos il dio che genera tutto e poi tutto divora. Due atteggiamenti da cui guardarsi. Anzitutto, l’atteggiamento di chi rimpiange il tempo che non c’è più e segretamente invidia chi ne ha di più e tende a mimetizzarsi o a mettersi in competizione, come certi adulti che non amano i giovani, ma solo la giovinezza. L’altro atteggiamento sbagliato è “bere” tutto dal presente, senza nessuna resistenza critica. Non basta che una cosa sia nuova se non è pure vera. Perché spesso è solo in apparenza nuova e dunque è falsa. Che dire, ad esempio, di una generazione che vede il crescere della ricchezza assoluta, ma sempre più concentrata nelle mani di pochissimi che si presentano peraltro come dei filantropi e dei benefattori dell’umanità? “La politica al servizio della pace” che è il Messaggio del papa per questa Giornata mondiale della Pace 2019 vuol dire reagire e superare l’inequità sociale ed economica».

«Se “siamo noi il tempo”, – ha proseguito monsignor Pompili – dobbiamo impegnarci a vivere al meglio il tempo che ci è donato. In concreto dal prossimo anno. E questo a partire da semplici domande: ”Viviamo più a lungo, ma abbiamo più tempo per noi stessi, per gli altri, per Dio? In altre parole, siamo capaci di dedicarci alla nostra anima senza farcela rubare? Siamo orientati agli altri o ci chiudiamo nel semplice soddisfacimento dei nostri bisogni? Siamo aperti a Dio e gli dedichiamo spazio oppure siamo risucchiati solo dall’utile e dal profitto immediati?».

In conclusione, gli auguri di buon anno a tutti i presenti.