È stato un incontro del terzo giovedì speciale quello avuto dai sacerdoti e dai diaconi della diocesi con il vescovo Domenico lo scorso 21 marzo. Interrompendo il ciclo di orientamenti pastorali intrapreso durante gli appuntamenti precedenti, mons Pompili ha infatti presentato al clero reatino il bilancio economico della diocesi, approvato dagli organi competenti con un po’ di anticipo rispetto alla naturale scadenza.
Agire su dati di fatto
Ed è stato un modo per dire come pure l’azione pastorale vada fondata su dati di fatto. «Si capisce che dalla maniera di gestire le risorse economiche emerge il volto di una Chiesa: le sue priorità, le sue scelte, le sue rinunce, la sua visione», ha spiegato il vescovo. «Per questo il bilancio non è mai una sequenza di sole cifre, ma svela la vitalità e la finalità di una realtà. Così come, del resto, la mancanza di un bilancio svela l’assenza di un progetto, l’approssimazione della gestione delle risorse, la certa dichiarazione di insolvenza e di fallimento sul medio e lungo periodo».
Data la particolare situazione creata dal terremoto, la presentazione dei dati puntualmente forniti dall’Economato è stata articolata secondo diverse sezioni.
La gestione ordinaria
A partire dall’esercizio ordinario, che ha cioè a che fare principalmente con il funzionamento della Curia e degli uffici tecnici e pastorali. Da una parte i costi del personale, delle manutenzioni, della formazione del clero, ma anche i contributi per le parrocchie e le realtà ecclesiali, come pure le spese per l’azione pastorale e per i servizi collegati. E ancora i costi di manutenzione degli immobili, e le spese fatte per l’acquisto di beni e servizi. Senza ovviamente dimenticare una consistente quota destinata all’attività caritativa.
Dall’altro i ricavi provenienti dall’8×1000, dalla riscossione degli affitti, da contributi di realtà esterne. Una gestione che nel 2018 ha fatto segnare un sostanziale pareggio, registrando entrate per 1.219.000 euro e spese per 1.235.900. Tra queste quelle sostenute per il funzionamento di uffici diocesani e centri pastorali (67.000), per il personale e i collaboratori (182.000), per i mezzi di comunicazione sociale (70.000), per la formazione permanente del clero (21.000), per il Meeting e le altre iniziative per i giovani (12.000), e per il funzionamento del Centro sanitario diocesano (39.500). Sono stati spesi 285.000 euro per interventi sugli immobili in tutto il territorio diocesano: dalle piccole manutenzioni a lavori più impegnativi, mentre segna 456.000 la colonna di impegni sostenuti con finalità caritative dalla Chiesa reatina.
La Valle del Primo Presepe
Ai numeri della gestione ordinaria si aggiungono poi quelli dei progetti straordinari. Ad esempio quelli per la Valle del Primo Presepe. Anche il progetto di riscoperta del cuore francescano del Natale, a partire dal nucleo originario di Greccio, presenta conti in pareggio per un totale di 136.000 euro, grazie al sostegno dei diversi finanziatori istituzionali che insieme alla diocesi hanno voluto investire sul progetto.
Il sisma: l’azione della diocesi
Ma a proposito di gestione straordinaria, un capitolo a parte è stato necessario dedicarlo alla gestione delle conseguenze del sisma. Qui la diocesi ha gestito direttamente i fondi delle tante donazioni ricevute dai cittadini e i contributi della Caritas italiana per far fronte alle tante esigenze emerse sul territorio. Fin dalla prima forte scossa del 24 agosto 2016 è stata registrata grande solidarietà verso le popolazioni colpite dal sisma. Nelle fasi dell’emergenza Caritas italiana ha provveduto a un’immediata erogazione alla diocesi di 150.000 euro, cifra raddoppiata nel 2017, mentre nel 2018 sono stati erogati contributi per oltre 850.000 euro. Un movimento in controtendenza alle donazioni spontanee verso la Diocesi, che nel 2016 hanno superato di poco gli 800.000 euro, per poi scendere progressivamente fino ai 118.000 del 2018. Altre donazioni, pari a circa 450.000 euro, sono arrivate attraverso la parrocchia di Amatrice, mentre a ottobre 2018 il conto corrente dedicato da Caritas alla raccolta aveva una disponibilità di circa 745.000 euro.
Le messe in sicurezza
Sempre sul fronte sisma ci sono poi gli interventi di messa in sicurezza degli edifici di culto compromessi. Finanziati dallo Stato con appositi i fondi i lavori riguardano un complesso di circa 100 chiese. Ad oggi sono stati conclusi lavori per oltre 770.000 euro e sono aperti cantieri per 1.710.000.
Gli interventi definitivi
Un caso a parte sono le chiese la cui messa in sicurezza risulta complessivamente più conveniente se condotta da subito con interventi di natura definitiva. Due apposite ordinanze finanziano i lavori su 18 di questi immobili rispettivamente per 650.000 e 3.440.000 euro.
L’azione della Caritas
E parlando ancora del sisma, è stata presentata anche l’azione che in risposta alle esigenze della diocesi è stata condotta direttamente da Caritas italiana. Si tratta in particolare di un impegnativo programma di costruzioni (soprattutto container abitativi, Case di Comunità e strutture di accoglienza), che ad oggi vedono realizzati interventi per 3.935.000 euro, mentre sono in avvio cantieri per 2.000.000 e in istruttoria opere per ulteriori 1.500.000 euro. L’azione di Caritas non ha inoltre trascurato di finanziare uno “Sportello lavoro” per orientare e sostenere le imprese e le persone del cratere con una spesa pari a 550.000 euro, e ha finanziato direttamente un bando di sostegno chiamato “Ripartiamo insieme”, per il quale sono stati già erogati 250.000 euro dei 700.000 stanziati.
Quattro impegni comuni
Concludendo la presentazione dei dati, il vescovo Domenico ha invitato i sacerdoti ad alcune azioni: presentare il bilancio della parrocchia approvato dagli organi competenti entro il 30 aprile; favorire la conoscenza del nuovo sistema di economico della Chiesa italiana per incrementare offerte, offerte deducibili e firme 8 x 1000; collaborazione nella promozione economica di parrocchie e diocesi e trovare nuove forme di collaborazione.