Si è aperta ieri pomeriggio al Centro Pastorale San Michele Arcangelo di Contigliano la consueta Assemblea Diocesana della Chiesa di Rieti, un appuntamento che segna l’avvio delle attività pastorali dopo la pausa estiva. Il tema di quest’anno, “Fatti di Speranza”, richiama l’imminente Giubileo del 2025 e invita a riflettere sul significato della speranza nella vita della comunità cristiana. L’assemblea, che si svolgerà dal 11 al 13 settembre, vede la partecipazione di clero, religiosi e laici di tutte le parrocchie della diocesi, riuniti per un momento di confronto e condivisione.
Nell’introduzione al primo giorno dell’assemblea, il vescovo Vito ha espresso gratitudine ai presenti, sottolineando l’importanza della comunione e della collaborazione nella missione della Chiesa. «Questa comune missione ha bisogno di riconoscere la comune appartenenza a questa nostra amata Chiesa locale di Rieti», ha detto il vescovo, evidenziando come il cammino insieme favorisca il coraggio e l’energia necessarie per affrontare le sfide della vita pastorale. «Non rimpiccioliamo la nostra missione», ha esortato, «che deve dilatarsi sulle misure del Cuore stesso di Dio».
Il tema “Fatti di Speranza” è stato al centro della riflessione della serata, in particolare grazie all’intervento della biblista Rossana Virgili, la cui relazione si è concentrata su una rilettura del libro degli Atti degli Apostoli. Virgili ha esordito con un ringraziamento ai reatini e al vescovo Piccinonna, esprimendo affetto per la diocesi che l’ha accolta. Ha poi introdotto la figura di Maria di Nazareth come protagonista della storia della salvezza, ricordando come la Chiesa debba essere una comunità aperta, pronta ad ascoltare il “grido” del mondo.
Nella sua analisi del testo biblico, Virgili ha sottolineato l’importanza dell’ascolto nella vita della Chiesa. «La Chiesa non è per se stessa», ha affermato, «è per chi aspetta, per chi soffre, per chi è escluso». Ha richiamato la figura di Zaccaria, che nel tempio non ha creduto alla parola dell’angelo, ha evidenziato la necessità che la Chiesa sia un luogo di accoglienza e profezia, capace di rispondere alle domande di speranza della gente. Dio ha scelto di non rimanere chiuso nel tempio, è uscito. L’arcangelo Gabriele è andato a Nazareth, a 200 km da Gerusalemme, scegliendo una zona periferica nella casa di una giovane ragazza. Virgili ha proseguito spiegando come la casa di Maria, madre di Gesù, rappresenti un simbolo della Chiesa, aperta e accogliente verso tutti, soprattutto i piccoli, i poveri, e coloro che si sentono esclusi. «La Chiesa è la casa per chi non ha casa», ha affermato, tracciando un parallelo tra la situazione dei tempi antichi e le crisi attuali, come quelle che coinvolgono la Palestina e altri luoghi di conflitto.
Virgili ha concluso il suo intervento richiamando l’eredità delle prime comunità cristiane, che si caratterizzavano per l’ascolto reciproco e l’apertura verso il prossimo, senza confini e senza barriere. Ha invitato i presenti a riflettere sulla responsabilità che la Chiesa ha oggi di testimoniare la risurrezione e di essere uno strumento di pace in un mondo diviso.
La serata ha poi visto un ulteriore momento di dibattito, con interventi dei presenti e la puntuale risposta della professoressa Virgili. L’Assemblea Diocesana proseguirà oggi con l’intervento di don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni della CEI, che approfondirà il tema del vivere quotidianamente la vocazione di essere “Chiesa di speranza”. L’incontro si concluderà venerdì con i lavori dei gruppi sinodali, che offriranno ulteriori spunti di riflessione per la traccia pastorale che verrà consegnata dal vescovo il 20 ottobre.