Dall’Assemblea Diocesana, posture concrete per la Chiesa in cammino

Si è svolto ieri, 12 settembre, presso il Centro Pastorale San Michele Arcangelo, il secondo incontro dell’Assemblea Diocesana della Chiesa di Rieti, sul tema “Fatti di speranza”. Dopo la sessione inaugurale tenuta dalla biblista Rosanna Virgili, il pomeriggio è stato caratterizzato dall’intervento di don Michele Gianola, sacerdote della diocesi di Como e direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale Vocazionale della CEI. Il tema del giorno, “Chiesa di speranza”, ha guidato il dibattito in preparazione al Giubileo del 2025, offrendo uno spazio di riflessione sui nodi centrali della vita ecclesiale e spirituale nel contesto del cammino sinodale che la Chiesa sta attraversando.

Introdotto dal vescovo di Rieti, monsignor Vito Piccinonna, don Michele ha preso la parola davanti a una sala gremita, conducendo i presenti in una riflessione articolata sul significato della speranza nella vita della Chiesa. La sua analisi è partita dal sottotitolo dell’evento, “In cammino verso il Giubileo e oltre”, interpretato non come semplice riferimento temporale, ma come indicazione di un percorso spirituale e comunitario proiettato verso una dimensione più ampia e profonda.

Uno dei punti nodali della riflessione del sacerdote ha riguardato il rapporto tra vita e spiritualità, una separazione che, secondo Gianola, è cresciuta in modo distorto all’interno della Chiesa. Ha sottolineato come sia cruciale ricucire questa frattura, ricordando che lo Spirito del Signore “riempie la terra” e che la fede deve avere un impatto reale e concreto sulla quotidianità. Citando il Catechismo della Chiesa Cattolica, don Gianola ha richiamato la definizione della speranza come «virtù teologale per cui desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la fiducia nelle promesse di Cristo».

La riflessione è proseguita con la proposta di alcune “posture” concrete da adottare per incarnare la speranza. Tra queste, don Gianola ha dato rilievo alla necessità di «custodire il buonumore», un aspetto non sempre legato alla vita spirituale, ma che rappresenta, a suo dire, un elemento essenziale per vivere con gioia il cammino di fede. Ha ricordato l’invito di san Paolo a essere «lieti nella speranza» e l’insegnamento di papa Francesco che spinge a «spezzare il circolo vizioso dell’angoscia e arginare la spirale della paura».

Un altro concetto chiave emerso nella relazione è stato quello di «abitare il labirinto», metafora utilizzata per descrivere l’esperienza della vita contemporanea, spesso percepita come confusa e priva di senso. Don Michele ha invitato i presenti a riconoscere la presenza dello Spirito anche nei momenti di difficoltà e incertezza, richiamando l’importanza della Parola di Dio come guida per orientarsi nel caos del mondo moderno. Ha ribadito che, senza la Parola, la Chiesa rischia di soffocare, perdendo il respiro vitale della fede.

Infine, il sacerdote ha sottolineato il valore della comunione, sia all’interno della comunità ecclesiale che in senso più ampio, come espressione di cura e attenzione verso la “casa comune”, concetto ripreso dall’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. Sentirsi parte di un’unica comunità, ha affermato Gianola, è fondamentale per riscoprire la connessione profonda tra le persone e per vivere con maggiore consapevolezza il percorso di fede.

L’assemblea di ieri ha segnato una tappa significativa nel percorso del cammino sinodale della diocesi di Rieti, evidenziando come la speranza possa diventare non solo un tema di riflessione, ma un principio guida per l’azione pastorale. Oggi pomeriggio l’assemblea proseguirà con il lavoro nei gruppi sinodali, una fase fondamentale nel processo di discernimento comunitario, che porterà alla stesura di una traccia pastorale che sarà presentata il 20 ottobre. Il vescovo Piccinonna raccoglierà le riflessioni emerse, continuando così un dialogo aperto e partecipato che coinvolge clero, religiosi e laici.