Con le porte aperte in ascolto dello Spirito

Un input da raccogliere come desiderio di un tempo nuovo da aprire, facendo i conti con la situazione specifica delle singole realtà, ma con l’avvertenza di una comune proposta ecclesiale con la quale confrontarsi. È la spinta innescata dal Sinodo che anche la diocesi di Rieti ha raccolto. Il percorso è iniziato lo scorso anno con una prima fase di ascolto, mobilitando facilitatori e referenti e raccogliendo risposte diversificate secondo le parrocchie e le zone pastorali. Uno sforzo che ha prodotto una prima sintesi delle istanze raccolte dal basso, presentata nella solennità di Pentecoste e pubblicata sulle pagine di «Frontiera». Il processo da allora non si è mai fermato. I referenti diocesani Silvia e Tommaso e l’equipe sinodale hanno continuato a tenere il filo e, insieme al vescovo Vito, lo scorso 23 marzo hanno condotto un incontro che ha chiamato a raccolta anche i direttori degli uffici di Curia per elaborare proposte operative sui cantieri sinodali da animare durante i prossimi mesi.

Si partirà da un ciclo di incontri su base zonale che avrà inizio dal prossimo 3 maggio da Rieti per proseguire il 5 con la zona del Montepiano Reatino; il 12 nella zona del Cicolano e della Valle del Salto, il 18 nella zona che comprende Valle del Velino, Monti della Laga e Leonessano; il 19 in quella della Valle del Turano e dell’alta Sabina. A questi appuntamenti, che vedranno la presenza del vescovo Vito, sono chiamati a partecipare i presbiteri, i diaconi, le religiose e i religiosi, i referenti e facilitatori parrocchiali del Cammino sinodale, il Consiglio pastorale parrocchiale o, in alternativa, tre operatori pastorali per ciascuna parrocchia, uno per ogni area pastorale tra liturgia, catechesi e carità. Porte aperte, inoltre, a chiunque abbia desiderio di partecipare e dare un contributo.

Lo schema di base di questi incontri è stato stabilito dal vescovo con l’equipe sinodale lo scorso 15 aprile in un incontro in episcopio e condiviso successivamente da don Vito con i vicari di zona. L’esperienza ruoterà attorno a gruppi di confronto e andrà progressivamente ripetuta nella dimensione parrocchiale, allargando al massimo il coinvolgimento. La sfida è quella di uscire dalle abitudini pastorali e da un certo individualismo, interpretando secondo lo spirito dei tempi l’appartenenza ecclesiale. Senza voler uniformare le singole realtà, ma avendo tutti insieme un riferimento chiaro nella dimensione unitaria della Chiesa, rappresentata dal vescovo, e nella convinzione che al termine del percorso si verrà condotti a scelte concrete, secondo le quali riposizionare la vita delle parrocchie e l’indirizzo degli uffici di Curia.

Il Cammino avrà buon esito se riuscirà davvero a favorire l’incontro in una prospettiva alta, che non si limiti a un gioco di relazioni, ma aspiri davvero a rispondere alla domanda fondamentale del Sinodo, che interroga la Chiesa tutta su come far risuonare nel tempo presente l’annuncio del Vangelo. Lavorare insieme mettendo da parte ciò che divide è un buon punto di partenza. Tenere conto delle fragilità, ma senza piegarsi su di esse, potrebbe trasformarle in una risorsa. Accompagnare le persone alla comprensione del processo e alla partecipazione una necessità che vedrà l’equipe diocesana al servizio delle realtà di base, insieme ai referenti e ai facilitatori sotto la guida del vescovo.