Affrontare sisma e ricostruzione. I vescovi a Errani: «Un cammino chiaro»

Mentre la terra non smette di tremare, con le ultime scosse di magnitudo 4 registrate poco prima dell’alba, continua il dialogo tra le Chiese locali e i vertici dello Stato. Ieri i vescovi (o in alcuni casi i loro vicari) di Marche, Lazio Abruzzo e Umbria, su invito del commissario straordinario del Governo per la ricostruzione, Vasco Errani, hanno tenuto a Macerata un incontro per trovare la giusta sintesi tra la macchina della burocrazia e le esigenze dettate dai tempi.

Diversi i temi affrontati nel pomeriggio, alla presenza del del capo della Protezione civile, Fabrizio Cur­cio, e del segretario generale del Ministero per i Beni e le Attività culturali, Antonia Recchia Pasqua, coadiuvata da Paolo Iannelli, soprintendente speciale per le aree terremotate. Sul tavolo, le urgenti questioni relative ai puntellamenti e alla messa in sicurezza dei beni lesionati dal sisma.

Quindi, uno sguardo pia lungo termine sulle procedure necessarie per dare concretezza ad una ricostruzione sinergica. Nel dibattito diverse le questioni affrontate da parte dei vescovi, corredate da esempi piche tangibili e sintetizzate da una domanda comune: cosa fare e attraverso quali competenze.

Abbiamo definito un percorso di legge e gli abbiamo dato attuazione: l’invito oraquello di presentare i progetti secondo le procedure , ha esordito Curcio, cui sono seguiti i chiarimenti da parte della responsabile Mibact, che ha fotografato la situazione attuale sul monitoraggio del patrimonio artistico messo in salvo, con7mila opere recuperate nelle sole Marche, le forze in campo attraverso decine di squadre che operano sul territorio e una media di500 verifiche a settimana.

Normativa in tema di edilizia, dunque, bisogni delle comunitpsicologicamente provate dai continui movimenti tellurici, disagi nelle sistemazioni dettate dall’emergenza e competenza dei tecnici preposti ai sopralluoghi: questi i punti salienti cui, come sottolineato da Errani,bisogna fornire risposte trasparenti, cogliendo prima di tutto il valore della legalit, perchqui ci giochiamo il futuro di questi territori che sono sani e che, nelle fasi future, rischierebbero di diventare ammalorati. Da parte del commissario, inoltre, l’esortazionea sottoporre le proposte utili, in cui specialmente i giovani diventino interpreti e facilitatori della ricostruzione .

Come impedire i piccoli ‘cortocircuiti’ che generano una comunicazione poco efficace? In che modo indirizzare eventuali donazioni da parte di comunite parrocchie desiderose di riavere la propria chiesa? Questi alcuni quesiti rivolti anche alla presenza di monsignor Giuseppe Baturi, sottosegretario della Cei, e di don Valerio Pennasso, direttore Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei.

Dalle diocesi abruzzesi, ferite dal sisma e scosse dalle tragedie delle ultime settimane, intervengono i vescovi Giuseppe Petrocchi e Tommaso Valentinetti. L’intentopercorrere un cammino fondato sulla chiarezza. Per le Marche, monsignor Stefano Russo, vescovo di Fabriano-Matelica e delegato al coordinamento dell’incontro auspica:Qualche bene architettonico, anche senza un restauro completo, potrebbe essere recuperato privatamente con un intervento parziale. Monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, ricorda cheserve tener conto della diversitdei paesi, ciascuno con peculiaritdiverse, mentre lo slancio a non cedere al disorientamento arriva da monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, che parla di programmazione che renda ‘partecipi’ le comunit, affinchla gente si senta stimolata a impegnarsi a progettare.

Quindi la richiesta di monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, che sollecita l’acquisizione di un metodo con incontri regolari capaci di portare frutto. Se già i primi di marzo ci fosse l’opportunità di un momento come questo, ci sarebbe d’aiuto per non perdere le fila di un impegno che ci vede interlocutori in dialogo costante.