Abbiamo santa Barbara dentro il nostro cuore…

«Certo, come prima cosa sono sacerdote, ci mancherebbe. Ma mi sento in parte anche un vigile del fuoco, una piccola parte del Corpo».

Don Benedetto Falcetti è il cappellano del Corpo Provinciale dei Vigili del Fuoco ormai da circa quindici anni. «Dopo la morte di don Lucio Tosoni, colui che mi ha preceduto in questo ruolo, l’allora vescovo di Rieti Delio Lucarelli decise di affidare la cappellania alla mia parrocchia, San Michele Arcangelo al Borgo, vicinissima alla caserma dei pompieri».

Da allora, don Benedetto ha assistito i vigili del fuoco in tutte le loro esigenze, non solo quelle spirituali o religiose, ma anche quelle etiche o logistiche. «Il ruolo del cappellano di un Corpo è quello di seguire passo passo i suoi componenti, di accompagnarli nei loro ostacoli lavorativi quotidiani, nei loro dubbi o nelle loro ricorrenze. Gioire con loro nei momenti belli, sostenerli nei momenti difficili, essere accanto a loro nel processo di superamento e di elaborazione dei traumi».

Un tempo, dentro la caserma reatina di via Sacchetti Sassetti si celebrava anche l’Eucaristia, oggi invece tutto è concentrato sulla festa del 4 dicembre, interamente dedicata a santa Barbara, patrona della città e della diocesi di Rieti.

«Ma il mio compito è stare con loro anche in occasioni particolari, quando ne sentono il bisogno o ne fanno richiesta. Spesso si confidano con me, oppure è capitato di accompagnarli nel dolore per la morte di un collega, o ad esempio nei momenti delle convulse ricerche di morti e feriti per il terremoto del 2016. Sono stato accanto a loro e anche ai loro familiari in quei terribili giorni, con alcuni abbiamo pregato insieme: la maggior parte dei vigili del fuoco e delle loro famiglie vive in maniera molto intensa la loro esperienza di fede», continua don Benedetto. «Forse proprio perchè sono ogni giorno a contatto col dolore delle persone, i pompieri sono molto sensibili dal punto di vista umano e spirituale».

Da sempre, è il Corpo più amato dalla gente, quello più idealizzato dai bambini. «Sì, è quello che le persone sentono più vicino – dice il cappellano – proprio perchè i vigili del fuoco effettuano i loro interventi senza elevare contravvenzioni o cose simili. Oltre ad arrivare nei luoghi degli incidenti o domare gli incendi, il loro compito è anche calarsi nelle problematiche quotidiane delle persone: dalla porta che non si apre alle invasioni di insetti, dalle finestre bloccate ai salvataggi degli animali, risolvono tutto con professionalità, passione e una grande umanità. Sono semplici e genuini, e questo li rende particolarmente empatici con le persone, soprattutto quelle più fragili, come anziani, malati o bambini».

Difficile, per don Benedetto, ricordare un momento particolare in tanti anni di “appartenenza” al Corpo dei Vigili del Fuoco: «Certamente ogni 4 dicembre ho provato grandi emozioni, ma come dimenticare quel 2018, quando proprio il giorno dopo la festa di Santa Barbara morì in un rogo dovuto allo scoppio di un’autocisterna il vigile reatino Stefano Colasanti: fu un momento di grande dolore in cui sono stato accanto alle famiglie, ai compagni di squadra, ai vertici del Comando. Ho fatto un po’ da collante per sopperire alla grande agitazione dovuta a quella perdita».

Quest’anno, la città di Rieti che accoglie le sue reliquie, potrà festeggiare la patrona Barbara con celebrazioni più sobrie e raccolte. Non di farà la processione sul fiume con la statua, ma il Corpo ha trovato comunque il modo di far salutare la santa alla città: «Rieti alzerà gli occhi al cielo, perchè l’effigie sarà trasportata dall’elicottero rosso dei vigili, con passaggi particolarmente intensi sui luoghi interessati più da vicino dall’emergenza epidemica. E anche in questa occasione sarò con loro, a celebrare il sacrificio di santa Barbara, e la loro devozione verso il proprio lavoro svolto al servizio degli altri».

Ma il momento più importante, per il giorno della festa dei vigili del fuoco, non è mai quello che tutti gli occhi vedono. «Proprio perchè il loro mestiere è pericoloso, e perchè nella grande famiglia dei pompieri si rimane anche dopo la morte, i componenti del Corpo tengono tantissimo alla cerimonia mattutina in memoria dei loro caduti. Così, ogni anno di pirmo mattino mi reco insieme al comandante e ai colleghi nel cimitero cittadino, per deporrre una corona nel cippo dedicato a coloro che non ci sono più. Perchè il loro sacrificio è sempre vivo, sempre attuale».

Il rapporto con Rieti e santa Barbara è fortemente sentito da tutti i cittadini, è parte integrante della città. «È un bellissimo legame, sincero e molto antico», dice don benedetto.

«Ricordo che quando si celebrava la Messa in caserma era sempre pieno di gente, arrivata per onorare Barbara, colei che protegge, sostiene e difende. Colei che è morta per non rinunciare alla propria fede, e che proprio come fanno ogni giorno i vigili del fuoco, non è indietreggiata di fronte al pericolo. Lei si è affidata al Signore e non ha avuto paura, il pompiere anche di fronte al fuoco paura non ne ha: e anche noi non dobbiamo averne, e in questo periodo così duro dobbiamo trovare il coraggio di vivere le difficoltà».

 

Nella foto di Massimo Renzi, don Benedetto Falcetti e alcuni vigili del fuoco del Comando di Rieti durante le celebrazioni per Santa Barbara 2014