Giornata dei Poveri, don Fabrizio: «il loro grido non resta inascoltato»

Sul presbiterio della chiesa di San Domenico campeggia in questi giorni, al posto del Crocifisso solitamente collocato a lato dell’altare, una Croce nuda che “emerge” da alcuni sacchi di immondizia, assieme a delle mani di plastica, «incolori, segno della nostra autodistruzione: stiamo diventando plastica. Mani che emergono dai sacchi, perché anche il valore della vita abbiamo buttato via. Mani che, se unite, possono creare varchi e indirizzarci verso te, Signore, per ritrovare un nuovo cammino», come si legge nell’apposita scritta esplicativa disposta sopra.

Un particolare segno per la “Settimana dei poveri” che si conclude oggi e che durante questi giorni ha accompagnato la mostra allestita nel tempio domenicano, oltre al momento di riflessione e preghiera che vi si è svolto mercoledì sera, caratterizzato dal gesto di attaccare, da parte di alcuni dei presenti, dei post-it sui sacchi con dei pensieri scritti.

La veglia, presieduta dal direttore della Caritas diocesana don Fabrizio Borrello, è stata incentrata sulle parole del salmo che costituiscono il tema della Giornata dei poveri, “Questo povero grida e il Signore lo ascolta e lo libera”. Proprio sui tre verbi di questo versetto che il Papa sottolinea nel suo messaggio ha invitato a riflettere don Fabrizio: gridare, ascoltare e liberare. «Il cuore di questo messaggio è che il grido del povero non resta inascoltato», come espresso dalle letture proclamate nella veglia: Dio libera gli ebrei dalla deportazione babilonese, utilizzando Ciro re di Persia come strumento; Gesù si muove a compassione per il cieco Bartimeo.

Compassione verso chiunque gridi nelle sue necessità che deve caratterizzare l’atteggiamento del credente: «Sta a noi collaborare a questa liberazione e farci strumenti della divina liberazione verso i bisognosi»: altrimenti, ha osservato il sacerdote, avverrà che «Dio li libererà comunque, ma noi non entreremo in questo progetto di salvezza». Allora quel che dobbiamo chiedere a Dio è che ci aiuti a saper «ascoltare i poveri e farci carico di questo compito di liberazione che il Signore ci affida».