Santa Maria della Neve (Toro ossequioso)

(Ap 21,1-5a; Sal Gdt 13,1-8bcde,19; Lc 11,27-28)
05-08-2022

Mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. L’esclamazione di una donna per niente complessata è rivolta alla madre di Gesù, ma è un elogio entusiasta anche della bellezza fisica del Maestro. Quei complimenti alla madre, insomma, erano una maniera indiretta per farli a Gesù. Tipo: complimenti alla mamma che ti ha fatto così bello! D’altra parte è legittimo pensare che se erano tante le donne che lo seguivano, un pizzico di bellezza e di fascino maschile dal tocco orientale Gesù poi lo doveva anche avere. Di sicuro, Gesù era una personalità che colpiva per l’autorevolezza del suo agire e del suo parlare e aveva il fascino di chi si impone anche per la bellezza che promana dal volto che non è necessariamente un codice estetico, ma lascia trasparire qualcosa della sua profondità e serenità interiori.

Ma egli disse: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”. A prima vista, sembra l’ennesima presa di distanza da Maria, mentre a ben guardare sottende l’elogio più grande alla sua madre. Il cui tratto fondamentale è stato di aver ascoltato la parola prima ancora di averla concepita nel suo grembo. Maria è madre non solo perché ha generato Gesù, perché uno non è figlio semplicemente perché è stato generato. Uno è figlio quando è accolto, custodito, ascoltato e amato. Quando si concepisce una persona? Ci sono due modi di concepire. Una è la concezione animale e il nostro modo di concepire è uguale a quello degli animali, ma uno lo concepisci quando lo ascolti, lo accogli dentro dite, gli lasci spazio e ti entra, e diventa lui la tua vita. Tra l’altro, la parola ‘concetto’ viene da concepire. La realtà tu la concepisci quando la ascolti. Così le persone: sei davvero madre se ascolti uno. Tu scompari, lasci tutto il vuoto, tutto spazio: questo è il grembo, l’utero e l’orecchio. Infatti un antico inno siriaco dice che Maria era tutto orecchio perché la sua maternità, prima che nel ventre consiste nell’orecchio.

Ascoltare con l’orecchio del cuore è l’invito che sale a noi dal vangelo di oggi. La nostra società è ricca di mezzi di ascolto, ma povera di ascolto. Si ascolta solo per interesse con orecchio da mercante. E quasi niente col cuore. Risultato? Cresce l’incomunicabilità. Tra le generazioni, tra gli innamorati, tra le realtà sociali. Preghiamo Maria perché ci faccia madri nell’ascolto dell’altro, così da concepire l’altro più che rifiutarlo.