Presentazione di «Terrafutura» di Carlo Petrini

Incontro svolto presso Radio Vaticana
08-09-2020

Non più tardi di ieri, commentando la chiusura di una storica rivista francese, Le Débat, ci si interrogava sul perché non esista più la civiltà del dibattito. P. Battista annotava che “il fecondo conflitto delle idee si sta estinguendo perché è la stessa diversità delle idee, alimento e carburante delle società libere, a essere considerata un disvalore” (Corsera, 7 settembre).  Per contro, oggi siamo qui per presentare tre dialoghi tra il papa e un agnostico, per quanto pio, come Carlo Petrini. Il fatto è che la terra, su cui Carlin ha focalizzato la sua attenzione sin da quando si è interrogato sul cibo come espressione culturale, è pure la dimensione su cui papa Francesco scommette come l’unico spazio a disposizione della fratellanza. La qual cosa, lungi dall’essere realizzata, è ciò che decide in ultima analisi della ‘casa comune’. Avendo assistito ai dialoghi, ne ho ricavato almeno tre convinzioni, che passo ad enunciare.

La prima è che sia tempo ormai di uscire definitivamente da un sapere specialistico e parcellizzato per andare verso una ‘sapienza’, capace di superare la discrasia tra il potenziamento dei mezzi e la ricerca dei fini. A tal proposito l’uomo resta una variabile indipendente, anche se fortemente condizionato dalle strutture.

La seconda è vivere la globalizzazione non come una fatalità, ma come una opportunità. Dice papa Francesco: “Io sono contro la globalizzazione sferica. La globalizzazione è buona se è poliedrica, cioè ogni popolo è unico e mantiene la propria identità. Appiattire le differenze fa solo male e non serve a nulla, è una gigantesca perdita per tutti” (p.60). Rispetto all’ideologia del progresso, la Chiesa, ma anche uomini pensanti, hanno manifestato forti riserve, introducendo la categoria di sviluppo. Non si tratta di un vettore solo di ordine economico, ma di una unità di misura che fa riferimento a criteri di ordine ambientale, sociale, economico, culturale, spirituale.

La terza è partire dai piccoli gesti di ogni giorno per introdurre nel pensiero e nella prassi elementi in controtendenza rispetto alla semplice istanza dei dati. Si inserisce qui l’intuizione delle Comunità Laudato sì che – in analogia ai cosiddetti Movimenti popolari – intende promuovere un’azione sui temi dell’ecologia integrale, così da modificare stili di vita e comportamenti quotidiani.

Papa Francesco e Petrini lasciano intendere che non tutto è compromesso. È possibile modificare l’insensatezza di un progresso economico che brucia gran parte delle risorse naturali e compromette l’eco-sistema della terra. Lo sviluppo, beninteso, è qualcosa di più del semplice  progresso ed è la “spinta propulsiva” che non si è estinta e fortunatamente resta a disposizione del mondo. Anche per affrontare e superare la pandemia che ha svelato lo stato in cui versa la terra.