Omelia in occasione della solennità della Santissima Trinità

(Es 34, 4b-6,8-9; Dan 3, 52-56; 2 Cor 13, 11-13; Gv 3, 16-18)
07-06-2020

Allora il Signore scese nella nube, si fermò presso di lui”. Occorre sempre ripartire da qui: non siamo noi che possiamo dire qualcosa intorno a Dio, a meno che non sia Dio stesso a prendere l’iniziativa e a venirci incontro. Per questo quando capita di incontrare gente troppo sicura nel parlare di Dio bisogna reagire, anzi sorridere. Perché la fede non è un sapere, ma un’esperienza vitale. Essendo stati creati “ad immagine e somiglianza di Dio” possiamo, tuttavia rinvenire delle tracce del suo Mistero nella nostra condizione storica. In particolare, in una constatazione: “omne trinum est perfectum”, che tradotto significa: “tutto quel che risulta di tre elementi è perfetto”. Perché fa uscire dall’asfissia dell’io-tu, dalla logica binaria (on/off) e introduce in una situazione più complessa e vitale. Ci sono almeno tre situazioni.

A livello di società e perfino di economie, ad esempio,  si è solito pensare che per lo sviluppo ci siano solo due attori: lo Stato e il mercato. Ma si dimentica che ce n’è un terzo che è la società civile. Ecco perché oggi si parla di ‘economia civile’ dove l’aggettivo deriva dal sostantivo “civitas” e dice che solo col coinvolgimento di tutti è possibile una vera rinascita.

A livello dell’uomo, è importante scoprire tre facoltà. E cioè la memoria, l’intelligenza e la volontà. La memoria è fondamentale: se perdiamo la memoria come nell’Alzheimer rischiamo di disorientarci. Se manca l’intelligenza rischiamo di inseguire una semplice comunicazione di dati senza connetterne il senso. Se manca la volontà, diventiamo incapaci di collegare l’interno con l’esterno e dar seguito alle nostra scelte in modo che diventino decisioni.

A livello della creazione, ci sono anche qui tre situazioni da considerare: l’uomo, ma anche ogni essere vivente e poi l’ambiente naturale. Non è pensabile, dunque, che l’uomo si pensi a prescindere dalla natura che è ben più del set delle sue performances, ma il contesto vitale da cui dipende, come l’aria che respiriamo. Così non si può pensare agli animali e a tutto gli esseri creati come fossero solo merce a disposizione. Per contro, l’uomo non può essere considerato come una variabile non necessaria, anzi solo dannosa, perché l’ambiente senza l’uomo diventa una foresta (!).

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio”, dice Gesù a Nicodemo. Dio è unico, ma mai solo. Lo aveva compreso il grande Agostino che nella sua opera monumentale “De Trinitate” sostiene che l’amore fa intuire qualcosa di Dio, al punto che “vedi Dio-Trinità, se vedi la carità”.