Il consacrato è Colui che..

Omelia in occasione della festa della Presentazione di Gesù al Tempio (Giornata Mondiale della Vita Consacrata)
02-02-2023

Cari fratelli e sorelle tutti,

viviamo con intensità questa Festa di Luce che, se da un lato ci richiama al Natale di Gesù, contemporaneamente, ci rimanda alla Sua Pasqua di morte e Risurrezione. Sentiamo di celebrare Colui che, venuto nella fragilità della nostra natura umana, si è fatto davvero per tutti Luce che non conosce tramonto, che sempre e tutti illumina di uno splendore eterno. È lui Lumen Gentium che la Chiesa desidera annunciare e portare sempre e dovunque. E noi, in Lui, siamo, per il battesimo, come Cristo, Luce da Luce. È meravigliosa questa consapevolezza miei cari fratelli e sorelle!

Chiedo al buon Dio che questa Grazia attraversi la nostra vita, le nostre biografie personali, ci dia la consapevolezza di essere un Popolo salvato dall’oscurità delle tenebre e chiamato ad illuminare la storia, il presente e il futuro con questa Luce che portiamo umilmente, come in vasi di creta, e che non vogliamo sotterrare. Con fiera umiltà sentiamo di dover mettere in alto questa Luce perché la città non resti al buio. Sì, è Lui la luce del mondo, ma con Lui, in Lui e per Lui lo siamo pure noi, chiamati a non lasciare al buio la storia e la geografia che abitiamo.

Un pensiero particolare sento che lo dobbiamo, da questa nostra Chiesa-Madre, a quanti, a causa della malattia o di una sofferenza, a causa della solitudine o di una prova avvertono tanto buio. Coraggio, fratelli e sorelle, non siete soli! Dio è Luce anche per voi, credeteci e sperimentiamolo insieme.

Mi rivolgo particolarmente a voi cari religiosi in questa Giornata della Vita consacrate, sapendo che quanto si dice di voi e per voi infondo vale anche per ciascuno di noi, che dal fonte battesimale, siamo rinati come nuove creature e ci siamo rivestiti di Cristo.

Grazie cari fratelli e sorelle consacrati perché, per vocazione, siete chiamati a narrare con la vostra esistenza l’Assoluto di Dio in questo mondo perituro in cui tutto passa.

Dalla meravigliosa Parola di Dio che ci è stata annunciata colgo alcune pennellate che spero possano aiutare la nostra preghiera:

L’Evangelo di Luca si apre facendo riferimento alla “legge”

Sapete, chi pensa particolarmente a voi consacrati e in generale ai cristiani, in questo contesto storico in cui tutto è lecito, tutto è più che permesso, in cui non ci sono più limiti o confini soprattutto nel mondo giovanile in cui ci si sente invece illusi (e poi delusi!) da una società che spesso promette di vivere mille vite diverse e in contemporanea, invitando a sperimentare tutto, a non negarsi nulla…. Ebbene chi pensa poi a noi pensa anzitutto a persone dominate/incastrate da una legge-dal dovere-dalla rinuncia. Il cristiano somiglia spesso ad un rinunciatario… E ci si sente in diritto magari di pensare che una vita così ormai è passata di moda, è anacronistica…insomma è finita!

Eppure voi conoscete bene il valore grande, la sacralità di questa obbedienza. Obbedienza quotidiana, faticosa e gioiosa, se vissuta per Cristo-con Cristo e in Cristo, nostra Luce.

Obbedienza che lavora le nostre vite, le permea come una quotidiana goccia d’acqua che irriga la terra della nostra umanità e rende fecondi, liberi, consegnati. Consegnati come un pane da mangiare perché ci siamo scoperti, profondamente amati. Ci si consegna solo se ci si sa amati! Non ha altra logica la nostra consegna.

Ci sottomettiamo anche ad una legge, scegliamo di portare un giogo – scelto e condiviso con Cristo, per questo dolce e dal peso leggero – perché Colui che è l’Amore ci è venuto incontro, Colui che è l’Amore del Padre, il Figlio, per opera dello Spirito Santo, ci è venuto incontro, ci ha raggiunto. Ci ha tratto fuori dalla morte, dall’insensatezza del vivere, dalle tenebre di una vita indifferente e ci ha restituiti alla Luce. Ci sottomettiamo alla legge, non perché ci sentiamo perfetti o vogliamo esserlo ma perché siamo amati e salvati desideriamo annunciarlo, facendo spazio all’Amore, senza difendere spazi nostri, lasciandoci espropriare per non trattenere niente e nessuno.

Continuando a prestare ascolto al Vangelo mi appaiono tre caratteristiche che sono tipiche dei consacrati, e che dicono qualcosa pure di ogni cristiano.

Il consacrato è colui che offre. Come Maria e Giuseppe, che, nella loro povertà (!), sono coloro che hanno ricevuto da Dio un dono inatteso, un dono meraviglioso che supera ogni loro desiderio. Molto di più di quanto potessero pensare o immaginare. C’è una potenza che opera in noi che ci fa ben sperare. Una forza che non viene da noi stessi ma dall’Alto. Maria e Giuseppe dovranno ancora e sempre imparare che quel Figlio non è loro proprietà privata ma sarà dono-donato sempre e sempre più.

il consacrato è colui che attende. Come Simeone ed Anna. Non abbiamo altro da fare nella vita noi consacrati che attendere Colui che viene, il Veniente. La nostra vita non ha altro fine se non dire al mondo che Colui che ci ama è venuto, viene e tornerà. Il tempo liturgico che si addice di più al consacrato non è tanto la quaresima quanto l’Avvento. I consacrati dicono a tutta la Chiesa col loro vivere, come la Sposa allo Sposo: “Maranatha. Vieni Signore Gesù!”. E lo Spirito allena anche nel buio a questo canto perché non venga meno il fervore anche quando ci si sente più poveri del solito…

Il consacrato è inutile. Sì, inutile ma…come un fiore! Sa che il suo solo fine è esprimere, senza riuscire a farlo mai del tutto, la Bellezza che ci cammina accanto e che ci attende.

Il consacrato è come la luna, non come il sole (!); come la luna perché sa di non avere luce propria, ma di poterla solo riflettere-per dono/per grazia- dal Sole bello-Gesù che sempre sorge dall’alto.

Il consacrato è Colui che è offerto. Come Gesù. Il consacrato ha coscienza che è Cristo a prendere l’iniziativa, è Lui l’Amore primo, per cui tutto si muove. Il consacrato sa di essere sempre il secondo. Non dovrà essere nemmeno l’ultimo, al massimo  penultimo, perché Il Primo e L’ Ultimo è soltanto Cristo, come canteremo nella Veglia Pasquale. Il consacrato sa di essere offerto. Un Altro l’ha scelto, chiamato e offerto. Perciò non c’è spazio migliore per esprimere il grazie che l’Eucaristia perché tutta la vita sia eucaristica, non importa dove e come si svolgerà. Dovunque e con chiunque sia, non importa se l’Altare su cui deve prolungare la sua offerta è una casa di accoglienza, un asilo, uno spazio gioco per i piccoli, la stanza dove giace un confratello o una consorella anziana…

Concludendo…

Qualcuno starà pensando: Caro Vescovo hai dipinto un quadro idilliaco, sarà colpa della tua giovane età forse… Tu non sai quanto è dura la nostra vita, in realtà… Siamo pochi, siamo anziani, siamo stanchi, la realtà non sempre ci facilita…

E invece sento di benedire Dio per i tanti religiosi che ho incontrato e con cui ho condiviso l’amicizia necessaria con Gesù e magari anche il servizio ministeriale. E oggi lo benedico per tutti voi, presenti in questa amata Chiesa reatina.

A me e a voi viene in aiuto la parola del giovane-vecchio Simeone riservata a Maria e dunque alla Chiesa, ad ogni vita credente: “Anche a te una spada trafiggerà l’anima!”. Con questa parola profetica il buon Dio ci doni di saper leggere sapientemente anche le pagine meno chiare della vita, della Chiesa e della storia che abitiamo. C’è un dolore, un buio, una notte che diventa spesso l’olio indispensabile per alimentare le nostre lampade, e diventano talvolta il modo più vero di partecipare alla passione di Cristo!

Che dono grande poter non solo vivere per Cristo ma anche soffrire per Lui! ripeteva sr. Maria Chiara alle sue consorelle ad Assisi mentre combatteva contro un tumore…

Lo Spirito Santo, come Fuoco, doni a tutti quanti occhi capaci di vedere la salvezza che ci ha raggiunti, che ci attraversa, se solo lasciamo ancora spazio alle sorprese di Dio nella nostra vita, anche quando irrompono non come ci aspetteremmo…

Cari consacrati, se vivremo così, ricorderemo a tutti i battezzati, qual è il segreto e la bellezza che Dio ha deposto in ogni vita e dalle nostre labbra sgorgherà in abbondanza la benedizione.

Impossibile agli uomini ma non a Dio! Perciò ci sostenga la preghiera di Maria, Madre del Popolo, di Santa Barbara, di san Felice da Cantalice e i santi protettori delle nostre famiglie religiose.

Amen.