Forza giovani, venite allo scoperto: è il vostro tempo!

Allocuzione al rientro della Processione dei Ceri del Giugno Antoniano Reatino
25-06-2023

Carissimi amici e devoti di S. Antonio,

Distinte Autorità,

Cittadini tutti,

è la mia prima festa antoniana in mezzo a voi e ringrazio il buon Dio perché la vostra presenza dimostra il radicamento e l’attaccamento di questa terra tutta francescana ad Antonio di Padova.

Mi rende felice potervi ora rivolgere un breve messaggio che spero possa vederci particolarmente uniti anche oltre questi giorni.

Il mio pensiero si fa preghiera e va particolarmente per i giovani, per le nuove generazioni. Vi confido che parlando di loro ma soprattutto parlando con loro sento di saldare un debito di particolare amore che nutro nei loro confronti per tanti motivi.

Antonio nella sua giovinezza, nel suo seguire Gesù fa un passaggio importante in un momento che lo segnerà per sempre: incontra a Coimbra le reliquie dei primi cinque martiri francescani che erano stati martirizzati in Marocco: questo incontro, cui segue quello con Francesco d’Assisi, lo porterà a indossare l’abito francescano e a seguire il Vangelo di Gesù Cristo come unica e somma Regola della sua vita. Fu un grande “scossone” per lui. Ci fu qualcosa, meglio qualcuno, che dentro la sua esistenza scrisse un desiderio di totalità, di radicalità, di forte idealità.

Ci verrebbe da invidiarlo se constatiamo invece di trovarci oggi a vivere un tempo di anime fiacche in cui i giovani per primi probabilmente registrano mancanza di riferimenti certi. E i risultati sono sotto i nostri occhi: in questi giorni purtroppo si sono rincorse notizie infelici che hanno mostrato il lato fragile e violento della realtà giovanile, specchio di una realtà che ci riguarda tutti: dalla vicenda romana dei quattro youtuber che scambiavano la vita per un mare di like e che per una corsa, anche metaforica, hanno provocato la morte del piccolo Manuel fino all’uccisione senza motivo di un giovane clochard Friederik a Pomigliano ad opera di due sedicenni.

Che fare? Rassegnarci? Accontentarsi? Non sia mai!

Sono convinto che i giovani sono “l’oggi di Dio”.  Attraverso loro anche Dio ci parla, ci mette in cammino. È urgente fare loro spazio, ascoltarli, promuoverli a compagni di viaggio nella vita di ciascuno, nella vita della città, permettere loro, oggi e non domani, di vivere un vero protagonismo in una città che può e deve assumere sempre più la faticosa e gioiosa responsabilità di fare dell’amicizia civica il tratto distintivo per una convivenza più gentile, più empatica, più inclusiva, più appassionata e appassionante.

Sono certo che tanti giovani possono darci, con le loro modalità creative e il loro entusiasmo, le “note” giuste per mettere a tema questi desideri che noi tutti, in realtà, ci portiamo dentro.

Ci deve incoraggiare tutti l’idea di ulteriori passi che possiamo fare insieme. Non potrebbe essere proprio questo desiderio di comunità lo “scossone” reciproco che ci auguriamo di cuore al di là del già fatto e sperimentato? Cari adulti, esercitiamo il nostro essere adulti con l’autorevolezza colma di amorevolezza che i tempi richiedono. Grazie genitori per quanto fate per i vostri figli perché la vostra paternità e maternità vi rende più vicini a Dio che, come voi, ama non solo mettere al mondo ma pure mettere alla luce. Sono benedette le vostre fatiche. Coraggio, non rinunciamo a crescere insieme, e non lasciamo nessuno ai margini. Forza giovani, venite allo scoperto: è il vostro tempo!

Siamo alla vigilia di centenari importanti (anche) per la nostra terra: l’ottavo centenario della Regola e del Presepe ci aiuti a ritornare in maniera essenziale a quello spirito che animò Francesco nel fare della sua vita una testimonianza esemplare per Antonio e tanti altri, fino ai nostri giorni.

Antonio e Francesco, uniti in un’amicizia che resiste all’usura dei secoli, ci insegnino a fare -insieme- per le nostre vite, per il bene della nostra città e per tutti, una possibilità di futuro nuova e inedita con i giovani al centro.

Antonio vegli su tutti e su ciascuno, ci aiuti a recuperare il dono di una lingua benedicente sulla nostra città. Benedica le nostre famiglie, gli ammalati, chi fa più fatica.

Benedica i più giovani perché siano disposti a lasciare una traccia profonda, ricca di speranza. Già qui. Già ora. Auguri a tutti! W S. Antonio!