Consiglio spirituale dopo il rosario: «Riscoprire il senso dell’essere cattolici»

Breve meditazione del vescovo dopo il rosario in diretta streaming dalla cappella della Madonna del Popolo nei giorni del Covid-19
30-05-2020

La Chiesa è “cattolica”, come scriveva già sant’Ignazio di Antiochia (130-180): “là dove c’è Gesù Cristo, lì c’è la Chiesa cattolica”. Etimologicamente viene da katà olos. Dove olos sta per ‘intero’, per cui cattolico si riferisce “al tutto”, perché “tutto è connesso”. Il fatto curioso è che oggi il termine ‘cattolico’ non gode di grande simpatia perché sorprendentemente suona come una parte rispetto al tutto. Si preferisce genericamente cristiani, mentre è tempo di riscoprire il senso dell’essere ‘cattolici’ cioè votati ad aver cura dell’intero. In particolare la Chiesa deve occuparsi di tutte le potenze, di tutto il pianeta, di tutta la vita.

Anzitutto, la Chiesa deve contrastare il monopolio oggi della potenza tecnica che rischia di mettere in ombra non soltanto Dio, ma l’uomo stesso ridotto ad una variabile non necessaria. Non si tratta di fermare – come si dice – il progresso, ma di orientarlo, perché l’uomo è sempre un fine, mai può essere solo un mezzo. Per far questo, la Chiesa deve agire in modo eccentrico rispetto allo strapotere della tecnica ed introdurre una pluralità di azioni che reclamano il protagonismo dell’uomo: come l’espressione artistica, la la partecipazione sociale e politica, la spiritualità.

Quindi, la Chiesa deve occuparsi di tutto il pianeta ricollocando l’uomo non al centro quasi fosse il padrone assoluto del creato, ma dentro “al giardino” per coltivarlo e custodirlo. La cura della casa comune è la strada per portare l’uomo moderno al di là di quella autoreferenzialità che lo contraddistingue e lo imprigiona.

Infine, la Chiesa deve occuparsi di tutta la vita: di quella eterna e di quella terrena. Lo sguardo cattolico non tollera che ci si divida, come accade ahimè da tempo nel nostro Paese, tra quelli che tutelano l’embrione e quelli che vogliono accogliere i migranti. C’è un’unica questione, che ha a che fare, appunto, con la “cattolicità”: tutto l’uomo e tutti gli uomini. La Chiesa cattolica ha un compito importantissimo da portare nel mondo globalizzato e in questa stagione post-pandemia: la vita umana non è un fatto accidentale, un semplice dato biologico. È portatrice di una dignità infinita che ci provoca e ci impegna. Questa è la via per creare una società più umana.