Consiglio spirituale dopo il rosario: «Ogni cambiamento parte dalla coscienza dei singoli»

Breve meditazione del vescovo dopo il rosario in diretta streaming dalla cappella della Madonna del Popolo nei giorni del Covid-19
18-05-2020

Dopo cinque anni dalla pubblicazione della Laudato sì (24 maggio 2015) la sua recezione è tutt’altra che acquisita, sia dentro che fuori la chiesa. Il rischio è di ridurla ad un manifesto verde che chiede un assenso, mentre ciò che sta al cuore dell’ecologia integrale è una chiamata in causa. Ogni cambiamento, infatti, nasce sempre dalla coscienza di singoli che si sentono chiamati personalmente a porre azioni che alimentano una diversa prospettiva. Dunque, ciò che è urgente far crescere comunità che, a partire dal basso, modifichino comportamenti, abitudini, prassi. Nascono da questa persuasione le Comunità Laudato sì, che a due anni dal loro varo sono circa una sessantina in tutta Italia.

Del resto, scrive Papa Francesco: ”Molte cose devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge così una grande sfida culturale, spirituale educativa che implicherà processi di rigenerazione” (LS, 202).

Chi all’avvicinarsi del 2000 aveva chiaramente indicato la necessità di governare la globalizzazione e di non lasciarsi incantare da un progresso solo quantitativo era stato san Giovanni Paolo II, di cui oggi ricorre il centenario della nascita. Karol Wojtyla, soprattutto nella Sollicitudo rei socialis (1987) e poi nella Centesimus annus (1991) non ebbe paura di chiamare a raccolta tutti gli uomini di buona volontà, e non solo i credenti, consapevole che solo un paziente lavoro di educazione delle coscienze e dell’opinione pubblica, rende avvertiti delle ricadute mondiali e personali di certi processi economici e convince della necessità di vigilare continuamente perché l’uomo è l’unico che non ha prezzo. Fare memoria di questo grande pastore contemporaneo significa continuare a lavorare per uno sviluppo per tutto l’uomo e per tutti gli uomini.