Consiglio spirituale dopo il rosario: «Non c’è mai il cielo senza la terra, non c’è mai la terra senza il cielo»

Breve meditazione del vescovo dopo il rosario in diretta streaming dalla cappella della Madonna del Popolo nei giorni del Covid-19
13-05-2020

Tra i ricordi dell’infanzia ce n’è uno a proposito del mio maestro di seconda elementare che un giorno in classe ci disse: ”La colpa del degrado del mondo è la Bibbia quando dice: ”Dominate la terra e soggiogatela”. Papa Francesco da parte sua  – nel secondo capitolo della Laudato sì – lamenta, che “qualche volta i cristiani hanno interpretato le Scritture in modo non corretto” (LS, 67), dipingendo l’uomo come un padrone assoluto. Non è tanto la Bibbia, come sosteneva il mio maestro; ma una sua cattiva interpretazione, come scrive il papa, a dimenticare che “noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data” e all’essere umano spetta la responsabilità di “coltivare e custodire” il giardino del mondo (Cfr. Gen 2.15).

Peraltro, “per la tradizione giudeo-cristiana, dire “creazione” è più che dire natura, perché ha a che vedere con un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato” (LS, 76). “Diceva san Basilio Magno che il Creatore è anche la ‘bontà senza calcolo’ e Dante Alighieri parlava ‘de l’amor che move il sole e l’altre stelle” (LS, 77). Dunque, solo riscoprendo la prima parola di Dio che è la creazione dell’universo, della terra e in essa di tutti gli esseri viventi, si evita il cortocircuito di divinizzare la natura e di tornare indietro a vaghe forme di panteismo pagano. Esattamente  il contrario di quanti sostengono che interessarsi alla terra farebbe perdere la prospettiva del cielo. No, la terra è la prima parola di Dio.

Per concludere, non vi è dubbio che la creazione non è solo un formidabile aiuto a ritrovare il senso del mistero dell’universo e in esso dell’armonia di tutte le creature, ma è anche un fatto, su cui oggi sono d’accordo tutti, credenti e non credenti e cioè “che la terra è essenzialmente una eredità comune, i cui frutti devono andare a beneficio a tutti” (LS, 93). Come scrisse san Giovanni Paolo II (di cui oggi ricordiamo il 39mo anniversario dall’attentato): ”Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno” (CA, 31). I nativi americani, espressione della sapienza dei popoli avevano detto ancora un’altra cosa: ”Non ereditiamo la terra dai nostri avi; la prendiamo a prestito dai nostri figli. Nostro è il dovere di restituirgliela”.