Consiglio spirituale dopo il rosario: «Ambiente e giustizia: che mondo lasceremo ai nostri figli?»

Breve meditazione del vescovo dopo il rosario in diretta streaming dalla cappella della Madonna del Popolo nei giorni del Covid-19
12-05-2020

Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? È per rispondere a questa domanda di fondo che papa Francesco all’inizio della Laudato sì, si affretta ad offrire “i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile” (LS 15), per descrivere cosa sta accadendo alla casa comune. Occorre, insomma, vedere con i propri occhi e riconoscere i sintomi per soffrirne e decidere di intervenire.

Il primo sintomo inquietante è l’inquinamento: “La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia” (LS, 21). Quindi, ci sono i cambiamenti climatici dove l’impatto più pesante ricade sui più poveri (LS 23). Quindi, il problema dell’acqua, se è vero che intere popolazioni, specie bambini, si ammalano e muoiono per il consumo di acqua non potabile, mentre continua l’inquinamento delle falde acquifere, a causa degli scarichi di fabbriche e città. Ancora la perdita di biodiversità: “ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attività umana” (LS,  38). Ancora, il deterioramento della qualità della vita umana, specie nelle grandi metropoli, a causa delle emissioni tossiche, ma anche del caos urbano, dei problemi del trasporto e dell’inquinamento visivo e acustico (cfr LS 44). Il papa è netto: ”Molte città sono grandi strutture inefficienti che consumano in eccesso acqua ed energia” (LS, 44). Infine, come effetto di tutto, sta l’inequità planetaria, giacché sono i più deboli, gli esclusi, a essere colpiti dal deterioramento dell’ambiente e della società (LS, 48). Insomma “il grido della terra è lo stesso grido dei poveri” (ivi).

Dinanzi a questi dati c’è ancora qualcuno che fa il negazionista, cioè nega l’evidenza. Come quelli che all’inizio della pandemia dicevano che “no, è solo un’influenza”, “nessun problema”, magari per paura di interrompere l’attività economica. Invece il punto è non dimenticare la realtà. Soprattutto una cosa: “Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr. Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora” (LS, 2).