Al servizio e al fianco di tutti

Discorso in occasione del passaggio di consegne dell'Azione Cattolica diocesana
13-06-2020

L’Azione Cattolica è partecipazione

L’11 aprile scorso, in occasione della festività pasquale, in piena quarantena, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier tenne un discorso televisivo:

«Tante migliaia di persone sono morte. Da noi nel nostro Paese. E a Bergamo, in Alsazia, a Madrid, a New York, e in molti altri luoghi nel mondo. Queste immagini ci addolorano. Piangiamo per chi muore in solitudine. I nostri pensieri vanno ai loro familiari che non hanno potuto nemmeno prendere commiato. Ringraziamo chi nel settore sanitario con instancabile abnegazione salva vite umane. E per quanto questa crisi sconvolga la vita di noi tutti, i nostri pensieri vanno a chi ne è particolarmente colpito: chi è ammalato o solo, chi è angosciato per il lavoro, per la sua azienda; i liberi professionisti, gli artisti che hanno sempre meno entrate; le famiglie, i genitori single in appartamenti piccoli senza balcone e giardino. […] Il grande sforzo che sforzo che compiamo in questi giorni, non lo facciamo perché c’è una mano di ferro a costringerci, ma perché siamo una democrazia vitale con cittadini responsabili! Una democrazia in cui abbiamo reciprocamente fiducia che i fatti e gli argomenti vengano ascoltati, che agisca con buon senso, che si faccia la cosa giusta. Una democrazia, in cui ogni vita conta, e in cui ognuno ha un ruolo indispensabile: dall’operatore sanitario alla cancelliera federale, dal Comitato scientifico fino ai pilastri visibili e invisibili della società, alle casse dei supermercati, alla guida di autobus e camion, nei panifici, in campagna o nella nettezza urbana».

È difficile esprimere con parole più semplici ed efficaci quali e quanti siano stati i sacrifici che la gente comune ha dovuto, saputo e voluto sopportare durante la pandemia, e quanto grande sia la responsabilità di chi deve guidare questo sforzo e far ripartire sia le nazioni sia le economie dopo questa dura prova. La democrazia richiede responsabilità in chi guida il Governo, ma anche tra i cittadini comuni, ognuno dei quali ha il proprio ruolo e deve fare la sua parte con coscienza e consapevolezza. I versi di Giorgio Gaber, artista e poeta purtroppo quasi dimenticato, vanno al cuore della questione: possiamo essere liberi solamente se siamo consapevoli ed informati: “Libertà non è uno spazio libero/ libertà è partecipazione.”

L’Azione cattolica è al servizio

È un fatto: l’AC è al servizio del Vangelo che è la strada per umanizzare il mondo, cioè per renderlo conforme al sogno di Dio. Il covid -19 ha portato alla luce le disfunzioni di un mondo malato nel quale avevamo la presunzione di vivere da sani. Ci sono almeno quattro aspetti da rettificare nel nostro stile di vita.

A livello sociale dobbiamo percepire le stridenti ingiustizie che permangono e che la pandemia non ha neutralizzato, ma enfatizzato.

A livello culturale è urgente rendersi conto di come abbiamo perso le nostre radici, abbiamo ormai ridotto le nostre aspettative ai soli bisogni di consumo. Ma la pandemia ha scoperto il nervo scoperto della nostra fragilità. Capire che siamo limitati è importante.

A livello ecologico dobbiamo ritrovare un andamento più contemplativo che ci faccia meno nervosamente proiettati sul fare e più criticamente orientati ad agire. Non basta fare del fine settimana una strategia della distrazione, se non diventa un’occasione per ritrovare noi in quanto connessi con tutto il resto.

A livello ecclesiale la perdita del contatto e della liturgia ci ha prima disorientati e poi condotti a ritrovare la dimensione domestica della fede e la priorità dell’ascolto sulla celebrazione.

L’AC ha in queste quattro sogni la sua missione futura: la società nella quale essere protagonisti, la cultura in cui seminare nuovi valori, l’ecologia in cui costituire una presenza originale e incisiva, la chiesa in cui risvegliare la partecipazione.

L’Azione è al fianco di tutti

Le generazioni sono il tratto unificante da legare sempre di più. Bisogna ritrovare la dinamica dell’avvicendarsi della vita (bios) che è la storia che si srotola sotto i nostri occhi. L’egoismo non sta diventando adesso un valore primario. È già il valore primario nella nostra cultura. La solidarietà è andata a picco in questi anni. Individualismo, narcisismo, egoismo: sono tutte figure di solitudine. La socializzazione si è ridotta alla propria parvenza digitale. E se anche l’istruzione, superata questa fase sperimentale, costretta dai tempi, dovesse poi venire diffusa via internet? I ragazzi hanno bisogno di imparare ma anche di guardarsi in faccia, di ridere, di capire attraverso lo sguardo se l’altro dice la verità o sta mentendo. Hanno bisogno di esperienze fisiche. Nell’isolamento e nelle avversità, gli esseri umani hanno bisogno di sentire di non essere soli a lottare. Sta in questa dinamica del gruppo la forza dell’AC. Di qui un augurio: puntare sulla qualità delle relazioni per trovare la strada di crescere insieme. Questo è l’AC. Per come l’ho incontrata io. E per come vorrei che la incontraste tutti. Tutti insieme, al fianco di tutti.