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Accumoli spera. Il vescovo Domenico inaugura il nuovo Centro di comunità

Chiamati, come il giovane Samuele e i primi discepoli che trovarono il Messia. Chiamati, in questo caso, a ricominciare. Prende spunto dalle letture della liturgia domenicale il vescovo di Rieti Domenico Pompili per il suo invito alla gente di Accumoli a riprendere, per quel che è possibile, la vita ordinaria spezzata dallo sciame sismico che un anno e mezzo fa ha sconvolto quest’ultimo lembo di diocesi e provincia reatina incuneato tra Umbria, Marche e Abruzzo. E come segno di ripresa si pone l’ennesimo centro di comunità realizzato da Caritas italiana sul territorio, inaugurato ieri pomeriggio.

Struttura particolarmente importante per il territorio, dove l’intero paese risulta zona rossa e chi è tornato ad abitarvi è concentrato nel nuovo agglomerato posto nella spianata realizzata accanto al cimitero. È qui che sorge il prefabbricato destinato – presumibilmente per i prossimi anni, aspettando la ricostruzione– a fare da punto di raccolta della comunità parrocchiale accumolese. All’interno, una degna aula liturgica, nella quale si è voluto anche collocare la statua della Madonna Addolorata, assai cara ai fedeli del luogo, appositamente recuperata dal deposito che ospita le tante opere d’arte sacra salvate dalle chiese terremotate. Con il rito di benedizione di altare e ambone, compiuto ieri dal vescovo durante la Messa da lui presieduta, è ufficialmente aperta questa struttura prefabbricata che si può a tutti gli effetti considerare una chiesa, ancorché provvisoria.

Un segno, ha detto il presule, «che tutto può venir meno, non la certezza che siamo chiamati a ricominciare. E si ricomincia a partire da Dio che ci convoca sempre di nuovo». Non un semplice centro di aggregazione, ruolo peraltro già ben ottemperato dalla struttura polivalente che il Comune ha già aperto a pochi passi dalla cappella che si pone principalmente come luogo di culto: «Qui verremo non per ‘intrattenerci’ tra noi, ma per ‘trattenerci’ con Lui. Oggi tutto tende all’intrattenimento, mentre il nostro cuore cerca di essere trattenuto da Qualcuno. E avrà un’altra funzione questa modesta struttura. Ciò che blocca la ricostruzione non è solo la burocrazia, ma la frenesia di ciascuno di farsi strada da solo, contro tutti». Alla celebrazione era presente l’intera comunità, in testa il sindaco Stefano Petrucci. Ad affiancare il vescovo, oltre ai sacerdoti che operano in zona, il direttore della Caritas nazionale don Francesco Soddu, con il suo collaboratore don Andrea La Regina, e di quella diocesana, don Fabrizio Borrello.

Quest’ultimo non manca di evidenziare quanto importante sia tornare ad avere almeno un ‘surrogato’ di chiesa parrocchiale per un paese ‘sfollato’ alla sua periferia: se il primo terremoto del 24 agosto 2016 aveva fatto provocato un grave lutto (con una famiglia distrutta dal crollo del campanile rovinato sulla loro abitazione) ma aveva risparmiato molte case, le successive scosse di fine ottobre hanno praticamente sbriciolato gli edifici di Accumoli o reso impraticabili i pochi rimasti in piedi. Così il paese, con gli accessi presidiati dai militari, è tuttora chiuso.

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