Senza paura, insieme: la Chiesa reatina accoglie Papa Leone XIV

Lunedì sera, nella cattedrale di Rieti, si è respirata una gioia composta, ma intensa. Tanti i fedeli riuniti attorno al vescovo Vito e al clero diocesano per una celebrazione che ha voluto dare voce al ringraziamento dell’intera Chiesa reatina per il dono del nuovo pontefice, papa Leone XIV. Una liturgia sobria, attraversata da parole forti e luminose, capaci di mettere a fuoco il significato profondo di questo momento per la vita della Chiesa.

«La gioia di cui siamo chiamati a godere per la Resurrezione di Gesù – ha detto il vescovo – è irradiata dal Risorto stesso sulla Sua Chiesa, non è prodotta o fabbricata dall’uomo, sarebbe poca cosa». In questa luce pasquale si è collocato il riferimento al nuovo Papa, accolto non come una novità da decifrare, ma come un segno della fedeltà di Dio: «Con Papa Leone – ha aggiunto don. Vito – il Signore ci infonde la serena certezza che la Chiesa è Sua e che Egli non l’abbandona, anche in mezzo ai flutti tumultuosi che attraversa, non solo all’esterno, ma pure al suo interno».

Al cuore dell’omelia, l’immagine evangelica del Buon Pastore: una figura che non trattiene, ma conduce, spinge, chiama per nome, guida camminando davanti. Una figura che si contrappone al mercenario, al mestierante, a chi si avvicina al gregge senza passare dalla porta: «Gesù è altro. Il Pastore bello dà la vita per le pecore, è disposto a morire per esse. L’immagine più vera e bella del Buon Pastore – ha ricordato il vescovo – è il Crocifisso risorto».

Dentro questa cornice teologica, la figura di papa Leone XIV è stata proposta come un’occasione per approfondire lo sguardo di fede e lasciarsi condurre da Dio su vie nuove: «Dio non rispetta le nostre pianificazioni – ha affermato mons. Piccinonna – ma apre varchi con la forza del Suo Spirito in maniera sorprendentemente nuova, sempre».

Un monito chiaro a non ridurre la novità del Papa a una questione di schieramenti, letture politiche o aspettative umane. Il vescovo ha invitato a «non strattonare la figura del papa da una parte o dall’altra, non rinchiuderlo nei nostri particolarismi», ricordando che «con Pietro e i suoi successori respiriamo l’universalità, la cattolicità».

Con discrezione e fermezza, mons. Vito ha anche evocato la figura del predecessore: «Dopo il grande papa Francesco, verso il quale continuiamo a custodire il senso ecclesiale della gratitudine filiale, lasciamoci provocare ora con papa Leone ad una sequela sempre più autentica e profonda dietro a Gesù». E citando le parole del nuovo pontefice dalla loggia di San Pietro – «Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti» – ha rilanciato l’invito alla comunità reatina a mettersi in cammino: «Siamo ancora e sempre in buone mani. Cristo ci precede».

A conclusione della celebrazione, il vescovo ha voluto condurre simbolicamente l’assemblea davanti all’immagine della Madonna del Popolo, «che accompagna con amore il cammino della nostra Chiesa diocesana». Un gesto semplice ma eloquente, per affidare a Maria il pontificato di papa Leone e, insieme, il cammino della comunità cristiana tutta.

Nel suo saluto finale, mons. Vito ha ringraziato «tutti e ciascuno» e ha messo in guardia da certe attese mondane: «Tutti esprimono desideri sul Papa, ma io mi chiedo sempre: quale desiderio ha il Papa per la Chiesa?». Un invito, in filigrana, a uscire dalla logica del “papa su misura” per lasciarsi sorprendere dallo Spirito. E rivolgendo un pensiero grato a papa Francesco – «quanti segni ci ha lasciato, e non per essere ammirato, ma per indicarci una via» – il vescovo ha concluso con parole dense di speranza: «Lasciamoci inquietare da ciò che papa Leone ci dirà con le sue parole e con i suoi gesti. Io sono fiducioso, perché credo davvero che Dio non fa mancare ciò che desidera per la sua Chiesa e per l’umanità tutta. E quindi: nessuna paura. Con fiducia, davvero, andiamo avanti. Uniti».