La via che stiamo percorrendo

Il clima che si annunciava la mattina ha consigliato di restare all’interno. Ma la Cattedrale di Rieti, gremita e silenziosa, ha saputo accogliere come in un abbraccio la comunità riunita per la Via Crucis del Venerdì Santo. Non il corteo tra le vie del centro storico, dunque, ma un tempo raccolto e intenso, animato dalle meditazioni scritte da papa Francesco: parole brevi, dirette, capaci di restituire al cammino della croce la sua dimensione più umana, e insieme più vera.

Presieduta dal vescovo Vito, la preghiera ha avuto il tono di una condivisione fraterna. E al termine, un pensiero quasi sussurrato ha raccolto il senso di quanto vissuto: «La via che sto percorrendo, che nome ha?», si è chiesto il vescovo. Una domanda semplice, ma essenziale. Perché quella di Gesù, ha detto, è la Via Crucis, e in essa si concentra – in scala – l’intera sua esistenza: un cammino di dono, di amore, di fedeltà al Padre e agli uomini. Ma noi? Quali sono le stazioni della nostra vita? E davanti a cosa – o a chi – ci fermiamo davvero?

Nella sua riflessione, mons. Piccinonna ha voluto intrecciare la memoria della passione di Cristo con la concretezza di volti e incontri vissuti nelle ultime ore: i lavoratori dell’ex Lombardini, visitati al mattino, gli amici ucraini che l’hanno accolto nella chiesa di San Nicola, i detenuti del carcere, con cui ha condiviso ieri il gesto della lavanda dei piedi. Ha ricordato anche il silenzio profondo che ha preceduto quel rito: «Nessuna chiesa, nessuna cattedrale dove sono stato, aveva mai custodito un silenzio del genere».

Poi, come già nel pomeriggio durante l’Azione liturgica, il pensiero è tornato a Maria. Non solo la madre addolorata ai piedi della Croce, ma la donna che «è rimasta in piedi», portando in sé una speranza capace di reggere anche il peso della morte. «Ci alleni – ha pregato il vescovo – a questa speranza di cui abbiamo infinitamente bisogno».

E ancora Maria è tornata in un invito conclusivo, più familiare che solenne: l’invito a passare più spesso in Cattedrale, e magari a fermarsi in silenzio dinanzi all’affresco della Madonna del Popolo, in quella cappella laterale che resta sempre un punto d’orientamento per chi entra. «Fermiamoci un po’ più spesso davanti a Maria, affidando le nostre famiglie. Ne abbiamo bisogno».

Così la Via Crucis, nell’intreccio dei gesti e delle parole, ha chiuso la giornata del Venerdì Santo e si è fatta eco degli altri passaggi della Settimana, dal silenzio raccolto del Giovedì nel carcere alla celebrazione dell’Adorazione della Croce nel pomeriggio. Con lo sguardo, ormai rivolto alla Veglia e all’annuncio pasquale. Ma la domanda posta dal vescovo resta lì, aperta, da portare con sé: qual è la via che sto percorrendo? E quale salto di qualità – oggi, adesso – il Signore mi sta chiedendo?