«La tenerezza inizia dai bambini, dai piccoli, dai vulnerabili, dalle vittime innocenti di una violenza ingiusta, tanto più grande di loro, inaccettabile sempre ancora di più perché coinvolge chi non può difendersi. Il loro dolore, spesso nascosto nelle ferite profonde del cuore, chiede l’impegno di tutti perché trovino consolazione e protezione». Sono le parle del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia della celebrazione eucaristica con la comunità cattolica a Mosca, in occasione della missione di Pace affidatagli da papa Francesco.
Per il cardinale, «non è un sogno ingenuo, ma un impegno e un dovere umano e cristiano, indispensabile perché ci sia il futuro. Pace e giustizia si nutrono l’una dell’altra e hanno bisogno l’una dell’altra».
Durante la messa, il card. Zuppi ha ricordato che la Chiesa «ricorda e non confonde le responsabilità, rende le avversità opportunità di amore, semina il bene per combattere il male e ristabilire la giustizia, tiene accesa la speranza nel buio delle tenebre, tesse la trama della pace e della fraternità lacerata dalla violenza, dall’odio e dalla diffidenza».
«Come una madre – ha sottolineato Zuppi – la Chiesa non può mai accettare la divisione tra i figli. È madre e cerca sempre la pace con pazienza e fermezza per ricomporre quello che il male ha diviso. Come una Madre la Chiesa invoca in maniera incessante il dono della pace, cercandola instancabilmente perché il dolore di ogni persona è il suo dolore».
«È l’unico motivo della missione che viviamo in questi giorni, voluta dal successore di Pietro che non si rassegna e cerca fare di tutto perché l’attesa di pace che sale dalla terra trovi presto compimento. Ieri – ha concluso il cardinale – ho affidato questa missione alla Madre di Vladimir, perché la sua tenerezza per l’umanità ferita e sofferente ci aiuti a cercare con intelligenza e coraggio la via della pace, con creatività e fiducia».
L’incontro con il patriarca Kirill
Presieduta nella cattedrale di Mosca nella seconda giornata di missione del presidente della Cei, la Messa ha fatto seguito all’incontro con il Patriarca Kirill, per il quale «Di fronte alle oggettive difficoltà di questo tempo, dobbiamo capire cosa ci chiede il Signore. E siamo molto contenti oggi di potervi ascoltare e risolvere i problemi esistenti».
Il patriarca ha ammesso di sentire la situazione in Ucraina «estremamente dolorosa» anche a livello personale: «Dirigo la Chiesa ortodossa, il cui gregge si trova sia in Russia che in Ucraina, e in altri Paesi. Ed è per questo che la sofferenza del popolo ucraino e russo ferisce profondamente il mio cuore. Ecco perché, dal 2014, in tutte le nostre chiese offriamo preghiere speciali e intense per la pace in Ucraina. Usiamo e continueremo ad usare tutti i mezzi per porre fine a questo terribile conflitto il prima possibile, in modo che ci siano meno vittime possibili».
Gli interlocutori – si legge nel comunicato del Patriarcato di Mosca – hanno ritenuto particolarmente importante nella situazione attuale concentrarsi sulla risoluzione delle questioni umanitarie. Inoltre, il Patriarca Kirill «ha informato l’alto rappresentante di Papa Francesco sulle persecuzioni subite da comunità, clero e fedeli della Chiesa canonica ortodossa ucraina».
Secondo quanto riporta il Patriarcato, il card. Zuppi ha esortato ad un aiuto reciproco tra cristiani per capire come agire. «Di fronte alle oggettive difficoltà di questo tempo, dobbiamo capire cosa ci chiede il Signore. E siamo molto contenti oggi di potervi ascoltare e risolvere i problemi esistenti».
Le parti hanno concordato di mantenere ulteriormente i contatti, scrive il Patriarcato, e al termine dell’incontro, gli interlocutori si sono scambiati dei doni.
Approfondimento di Mimmo Muolo su «Avvenire»
(Foto ANSA/SIR)


