In Gesù l’uomo visto da Dio: non il forte, ma il disarmato che procede in avanti

Il Venerdì Santo riserva alla narrazione della Passione secondo Giovanni il posto principale. E la narrazione è molto diversa da quella dei vangeli sinottici, che insistono su aspetti dolorifici mettendo in evidenza la sofferenza del Maestro. Giovanni cerca di mettere in luce la Gloria, il peso specifico del profeta che va consapevolmente incontro alla croce. Ci sono tante le scene nelle quali si snoda il racconto della Passione, tutte scene di epifania, di rivelazione. A cominciare dalla prima che è ambientata in un giardino – non nell’orto – per dire di un contesto più sereno e fecondo in cui Gesù viene raggiunto da quelli che vogliono incastrarlo. Ma Gesù appare in tutta la sua presenza e di fronte a quelli che stanno per arrestarlo manifesta la lucida consapevolezza della propria missione: non un incidente di percorso, ma qualcosa di scelto volontariamente e per amore.

In un libretto intitolato Caso e necessità si sosteneva che l’evoluzionismo lascia supporre che tutto si sia creato su quelle basi. È quello che anche oggi molti ritengono: crediamo di essere sotto scacco del destino, ma Gesù introduce la novità che in realtà si vive liberamente e per amore. È questo che fa della sua figura, nella narrazione della Passione, colui che si impone non per la prestanza, ma per la libertà che sovrasta la piccineria degli uomini.

E poi, quando l’inconsapevole Pilato dice «Ecco l’uomo», rivela cosa sia l’umanità per Dio: quella che a noi è dato di intuire nella persona di Gesù di Nazaret, non il possente, il violento, il forte, ma il disarmato che procede in avanti.

L’ultimo particolare è laddove si fa riferimento alla madre. Solo Giovanni ne parla. Gesù morente dice donna «Ecco tuo figlio». Giovanni annota che da quel momento la prese con sé. Non significa che Maria andò a vivere con lui, ma che la prese tra le sue cose più preziose: Maria è la madre della Chiesa, non soltanto del Figlio. Il figlio in quel momento fa nascere la Chiesa. È importante che cogliamo questo aspetto, noi che della Chiesa abbiamo un’immagine stereotipata. Mentre sempre di più sarà una Chiesa fatta di pochi, consapevoli e determinati credenti, dotati della consapevolezza che solo attraverso la Chiesa si crede in Dio. Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa per madre, sottolineava sant’Agostino. Se non avessimo avuto la ventura di conoscere la Chiesa e di entrare a farne parte, Gesù non l’avremmo mai incontrato. Gesù ci dona quest’ultima perla e un’immagine del figlio di Dio che sulla croce non si autocommisera, ma dalla croce sta già pensando a chi in suo nome percorrerà le strade della storia.