Verso l’Incontro Pastorale

È un appuntamento consueto nella storia della diocesi, quello di ritrovarsi a fine estate alla vigilia della ripresa delle attività. E il vescovo Domenico Pompili ha rilanciato l’esperienza del convenire insieme a settembre attraverso l’Incontro pastorale convocato a Contigliano. A partire dal primo che, a un anno dal suo arrivo a Rieti, era stato rimodulato capitando, nel settembre 2016, immediatamente dopo il sisma che aveva ferito il territorio. Nel 2017 l’appuntamento si era poi concentrato sui giovani, mentre l’anno successivo ci si lasciò guidare dagli spunti della Laudato sì; concentrato sulla domenica, dies Domini, l’incontro pastorale 2019. Ed ecco arrivare il 2020 sconquassato dall’emergenza coronavirus: a settembre dell’anno scorso, in un momento di “bonaccia” (che si sarebbe poi rivelata, come ben si sa, piuttosto apparente) dalla pandemia. Quest’anno l’incontro pastorale è stato riformulato in modo nuovo: un solo momento a carattere diocesano al centro pastorale di Contigliano (con tutte le cautele dettate dall’emergenza, compreso il green pass e le presenze contingentate).

Ma non sarà isolato: faranno infatti seguito un appuntamento a livello parrocchiale da programmare nelle singole realtà entro la fine di settembre, e uno a livello zonale, da vivere entro la prima decade di ottobre. La formula ispira quello che la Chiesa reatina vuol fare quest’anno, ma con un più diretto e organico percorso strutturato, in sintonia con il cammino di tipo sinodale su cui, dietro stimolo del Papa, la Chiesa italiana si sta avviando. Il succo è quello di una puntuale verifica dell’agire pastorale e dell’essere comunità cristiana in questo contesto storico e geografico, raccogliendo le sfide di tante situazioni che la pandemia ha messo ancor più in evidenza.

Il momento diocesano comune, che si svolgerà al Centro pastorale di Contigliano nel pomeriggio di venerdì 3 settembre a partire dalle 15.30, servirà proprio a lanciare alcuni stimoli, attraverso la riflessione della relatrice invitata: la teologa Marinella Perroni, che ha già animato un incontro online per il clero. A partire dagli spunti offerti, ci si ritroverà poi per un percorso a più tappe, da vivere nelle zone e anche in ciascuna parrocchia. Ma, l’ideale sarebbe che già prima si cominciasse a prendere confidenza con le tematiche su cui si articolerà poi il confronto ai vari livelli.

A tal scopo è online l’apposito spazio web, all’indirizzo ip21.chiesadirieti.it. Vi si trovano materiali di approfondimento, contributi particolari elaborati dai singoli uffici e soprattutto le schede su cui si dovrà lavorare nelle assemblee zonali e nelle assemblee parrocchiali: una serie di interrogativi, articolati in base alle tre aree pastorali, liturgia, evangelizzazione, carità. La discussione si vuol portarla nelle zone, che – si legge in premessa – «non sono soltanto delle circoscrizioni ecclesiastiche, ma luoghi di vera e propria comunione ecclesiale». Si tratta di «territori e gruppi sociali omogenei per cultura, tradizioni e sensibilità sono l’alveo naturale in cui il Vangelo può essere annunciato con la prossimità che gli è propria e di cui non può fare a meno». Le zone devono essere intese come «strumenti di collaborazione, di aiuto reciproco, di solidarietà ravvicinata, dove incarnare progetti di Chiesa che sappiano trovare strade di concreta realizzazione “qui e ora”». Scambi, collaborazione, attività inteparrocchiali, lettura di problematiche comuni inerenti le tre aree è quanto si propone di discutere nel livello zonale.

E poi il confronto più specifico che ogni parrocchia sarà chiamata fare, intendendo tale momento come l’occasione per «una comunità che verifica se stessa». Le parrocchie, si legge nell’introduzione alle schede, «stanno vivendo un tempo di scollamento. La paura e l’individualismo stanno spingendo verso un ripiegamento nel privato. La parrocchia fatica ad assumere il volto di una vera e propria comunità di fratelli e sorelle che condividono la fede nel Signore Gesù, la speranza in un mondo rinnovato, la testimonianza di una carità reciproca cordiale, fattiva e sincera». Il desiderio è dunque «che le nostre parrocchie si trasformino da stazioni di servizio a vere comunità di fede dove i fratelli possano vivere con un cuor solo e un’anima sola e tutti si sentano corresponsabili dell’edificazione di una comunità coesa al suo interno e servizievole nei confronti del mondo». E anche qui si sarà chiamati a confrontarsi su come concretamente procede la vita comunitaria, scorrendo i puntuali interrogativi proposti riguardo liturgia, evangelizzazione e carità.

Foto di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay