Omelia in occasione della messa in memoria di Patrizia Bizzoni

Venerdì della V settimana di Quaresima (Ger 20,10-13; Sal 18; Gv 10,31-42)
12-04-2019

«Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gesù non perde mai l’autocontrollo anche quando avverte chiaramente che la situazione sta precipitando. I Giudei stanno addirittura raccogliendo delle pietre e l’esecuzione viene evitata per un soffio. Ma si capisce ormai che è soltanto questione di tempo. «Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani», annota il testo di Giovanni che si prepara a descrivere il complotto finale.

Ma quale è la causa del rigetto del profeta di Nazareth che sembra rivivere in sé la tragedia di Geremia  che avverte chiaramente intorno a sé quelli che lo spiano per trarlo in inganno? La verità è che Gesù è stato per il suo tempo una pietra di scandalo, al punto da essere definito un ‘bestemmiatore’. Ciò che di lui si rifiuta non è la sua tenerezza né la sua sagacia che lo rendono così universalmente interessante  anche oggi come un uomo di spirito e di grande carisma. Ciò che di lui si rifiuta – ieri come oggi – è la pretesa di essere figlio di Dio. E proprio a quest’accusa sembra rispondere Gesù quando ai suoi che lo rimproverano di essere bestemmiatore replica: «Se non compio le opere del Padre mio non credetemi, ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Sono talmente chiusi alla verità che non si accorgono che le sue opere di bene e di amicizia vengono fraintese e diventano motivo di accusa. Anche oggi, a pensarci, si rifiuta Dio nel senso che è ormai pacifico che non si dia e che non esiste possibilità alcuna di sperimentarlo. Perciò ci si attesta al livello del bene, ma è tutto determinato a partire da noi e perciò il criterio ultimo è dato dal potere che rende buono ciò che è cattivo e cattivo ciò che è buono. Per esempio è buono non rispettare la giustizia se si può farla franca. E’ cattivo rispettare le leggi se danneggiano il proprio tornaconto.

Il disorientamento generale si supera solo in virtù di chi sa trovare un orientamento a partire dalla proprie convinzioni interiori, che non corrispondono al tornaconto o all’utile. Quello di cui c’è oggi bisogno sono donne e uomini che lasciandosi guidare dalla luce di Dio ritrovano la strada del bene e della gratuità che rivivono nell’amicizia e nell’incontro.

Patrizia Bizzoni nell’esercizio del suo servizio professionale è andata ben oltre quello che le spettava in termini di ruolo pubblico e si è lasciata incontrare come persona sensibile e di retti principi. Il Signore l’avrà accolta nel suo Regno di luce e di pace.