Epifania del Signore

(Is 60,1-6; Sal 72; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2, 1-12)
06-01-2021

«All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme». Per quanto Erode nei racconti dell’infanzia sia un riferimento obbligato, almeno quanto i tre sapienti venuti dall’Oriente, non entra mai nei personaggi del presepio. La ragione è che la notizia della stella che è stata vista spuntare in coincidenza con la nascita del Messia produce un grave turbamento: il re sente all’improvviso vacillare il suo potere, ma anche la Gerusalemme che conta, quella che si considera come “l’ombelico del mondo”, va nel panico. L’evangelista Matteo sa molto bene questo. Sa che quanto è avvenuto e non come è avvenuto è un fatto straordinario, di fronte al quale occorre prendere posizione. Anche noi siamo sfidati dall’insolita ri-velazione di Dio che non è come ce lo aspetteremmo. Dio non è così: è un Messia cercato e rifiutato. È un “segno di contraddizione”, roccia di appoggio per gli uni e pietra di inciampo per gli altri. Si noti nella descrizione della ricerca dei Magi e del rifiuto di Erode la mancanza di particolari personali, di motivi contingenti: il racconto vuol essere atemporale, valido per sempre. Un chiaro invito a interrogarci e a cercare la nostra posizione: da che parte siamo? La meraviglia è che sono i lontani a cercarlo, mentre sono i vicini a rifiutarlo.

Ciò spinge a superare due pregiudizi: verso il Messia sconfitto e verso gli estranei, cioè i pagani. Sono due questioni che si avvertono anche oggi. La prima è rendersi conto che Gesù nasce a Betlemme e non a Gerusalemme, nella stalla e non nella reggia. Il che anticipa quel che sarà la vicenda del rabbi di Nazareth che sarà rifiutato da Gerusalemme dopo l’ingresso trionfale e vivrà la sua minorità, ben espressa dalle parole degli esperti: «E tu Betlemme, terrà di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». La seconda è convincersi che chiunque, si mette in cammino, seguendo la stella può incontrare Dio. È Dio, infatti, che nelle grandi domande della vita, quando non sono censurate, si fa incontro a ciascuno.

Erode proverà maldestramente ad usare le Scritture. Ma è la Parola di Dio a  far comprendere chi è il Messia e come, in realtà, quel Bambino sia il compimento dell’antica promessa. Per Matteo, lo sconcerto dei giudei di fronte al Messia sconfitto e ai pagani in ricerca può essere superato soltanto facendo ricorso al Dio degli oracoli profetici: «Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere». Come sempre però la profezia mette a nudo la verità dei cuori: Erode si oppone, i Magi aderiscono. Uno dice di voler venire ad adorare, gli altri si prostrano ed adorano.