San Lorenzo diacono e martire (Omelia nell’ottavario della morte di mons Lorenzo Chiarinelli)

Lunedì della XIX Settimana del Tempo Ordinario (2 Cor 9,6-10; Sal 112; Gv 12, 24-26)
10-08-2020

«Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza, né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia». Paolo spinge a prendere parte alla colletta a favore della chiesa madre di Gerusalemme e si rivolge alla comunità del porto di Corinto, aprendo uno squarcio su come migliorare la realtà. Il martire, come Lorenzo, non è solo uno che rende testimonianza a Dio, ma contribuisce a rendere migliore l’ambiente in cui vive, fa crescere la qualità umana della vita.

Di fatto uno dei segni più convincenti di una vita indovinata, bene spesa è la gioia. Beninteso non la gioia di qualche momento, ma quella abituale, cioè per meglio dire la serenità di animo; non la gioia egoistica di chi pensa solo a se stesso, ma quella che resta anche in mezzo alle preoccupazioni materiali e spirituali per gli altri; non la gioia infantile di chi non ha mai sofferto, ma anche nella prospettiva di grandi sofferenze e della stessa morte. Per crescere in questa esperienza della gioia occorre maturare alcuni atteggiamenti interiori che escludono categoricamente alcune tendenze oggi assai diffuse nella nostra società. Ad esempio, il ripiegamento melanconico su se stessi, sulle proprie sofferenze ed amarezze, sul passare dei giorni, sui ricordi dei tempi passati,…; il pessimismo disfattista e scoraggiante contro tutto e tutti, specialmente contro il tempo presente; l’astio, l’aggressività contro persone, cose, situazioni contrarie; l’evasione nel divertimento, nel sogno, nell’alienazione.

Migliorare la realtà richiede personalità mature che sappiamo aver integrato in sé la capacità di diventare padri e madri cioè soggetti gratuiti che trovano nell’apertura agli altri da far crescere lo scopo della propria vita. Oggi quel che dà a pensare è questa chiusura alla vita che non si manifesta soltanto nell’inverno demografico che è pure un indizio preoccupante, ivi compreso la disinvoltura con cui si continua a legittimare l’aborto nelle forme meno invasive possibili, ma è la tristezza di una generazione che è ripiegata a difendere se stessa e si chiude al futuro che spinge da dentro perché possa venir fuori.

Una persona che ha camminato in mezzo a noi fino a 8 giorni fa e ci ha mostrato come si vive con gioia senza risparmiarsi è stato Mons. Lorenzo Chiarinelli. In un grazioso volumetto da lui scritto nel 1962 (“A tu per tu con Lui”) e rivolto alle giovani di Azione Cattolica scriveva facendo riferimento all’ideale cui ispirarsi: ”Tu puoi donare il sole o puoi seminare la notte accanto a te. O gioventù bruciante o bruciata: a te la scelta!”. Aveva già intuito l’esito di una generazione che rischiava di bruciarsi senza infiammarsi per un ideale che è Gesù Cristo! Preghiamo perché non ci accada di bruciare per noi stessi ma per Lui e per gli altri.