Omelia per la ricorrenza dei festeggiamenti di San Sebastiano patrono della Polizia

1 Pt 3,14-17; Sal 30; Mt 10, 28-33
22-01-2019

«Se doveste soffrire per la giustizia, beati voi!». L’apostolo Pietro sta scrivendo ai cristiani della prima generazione che si misurano con un sistema politico ed economico che li rifiuta. Il cristianesimo fu, infatti, percepito come un fastidioso sassolino che comprometteva gli ingranaggi ben oleati di un sistema fondato sulla guerra e sull’economia di potenza. Per secoli i cristiani si sottrassero alla leva militare e ai giochi del Colosseo. E per questo vennero spazzati via, come San Sebastiano che pure era un ufficiale dei Pretoriani al servizio di Diocleziano. San Sebastiano muore per la fede, ma anche per la giustizia. Quel che colpisce è l’invito di Pietro a non turbarsi, ma «adorare il Signore, Cristo, nei vostri cuori» e a fare tutto «con dolcezza e rispetto».

Mi pare ci siano due indicazioni anche per voi, Vigili urbani, che siete quotidianamente il ‘front-office’ della società civile, di cui percepite direttamente l’astio, la contestazione e la polemica quando ricordate a tutti la strada dell’ordine e della legalità, in una parola: richiamate all’urbanità.

La prima è: non scoraggiatevi! Ne avreste di ragioni. Non solo perché la marea montante dell’aggressività sociale si scarica su di voi, ma anche perché dovete far fronte a tante emergenze che la macchina dello Stato finisce per assegnarvi. La seconda cosa è: abbiate stile! Mai perdere la pazienza e sempre con rispetto per ciascun cittadino. La divisa non può mai diventare un piedistallo, anche se dall’alto della legge e della vostra coscienza dovete fare giustizia. Soprattutto aiutate i più deboli: le persone anziane, i bambini, le persone disabili. Parlavo con un cieco che si interrogava su come andare al lavoro ogni mattina e prendere il treno per l’Aquila.

«Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati». Il Maestro si riferisce qui alla persuasione che non c’è nulla anche di minuto, come può essere uno dei tanti capelli che cade a terra, che non stia sotto lo sguardo attento e provvidente di Dio. E’ la fede che ci offre questa certezza che ci assicura che nulla accade per caso e che niente va perduto. Senza questa persuasione il rischio del fatalismo e lentamente del cinismo rischia di prendere il sopravvento. Al contrario la fede e la professionalità rendono il vigile una donna o un uomo forte, come nella filastrocca di Gianni Rodari: “Chi è più forte del vigile urbano? Ferma i tram con una mano. Con un dito, calmo e sereno, tiene indietro un autotreno: cento motori scalpitanti li mette a cuccia alzando i guanti. Sempre in croce in mezzo al baccano chi è più paziente del vigile urbano?”.