“Ritenete tutto una gioia, fratelli miei, quando vi imbattete in tentazioni svariate”. Giacomo, autore di quella che Lutero definì sprezzantemente “una lettera di paglia”, invita a non subire le prove. Il martire – come san Magno – non è uno che subisce le contrarietà, ma sta dentro le contraddizioni della vita, senza mai lasciarsi abbattere. Il testo ispirato sembra scritto per noi che abbiamo da attraversare il tempo di prova che è la pandemia, con la quale dovremo convivere chissà per quanto.
La prima si chiama ‘pazienza’, come è scritto nello slogan dei festeggiamenti di quest’anno: “l’infinita pazienza di ricominciare”. Ricominciare è la legge della vita che non sopporta stanzialità e persone che si sentono già arrivate. Questo vale per i nostri affetti che non sono garantiti in automatico. Col rischio di frammentare la nostra esistenza e di perdere il filo che la tiene unita. Ciò che è più richiesto per lo sviluppo emotivo dei figli è proprio la tenuta della relazione genitoriale. Se si rottama tutto velocemente, si finisce per stringere il nulla.
La seconda si chiama ‘determinazione’ e, cioè, chiedere “con fede senza esitazione”. Infatti – aggiunge Giacomo – “chi sta esitando assomiglia a un’onda del mare spinta e sbattuta dal vento”. Essere come un’onda volatile o una canna sbattuta dal vento è la condizione di chi è privo di orientamento e va dietro all’ultima voce, all’ultima suggestione. Oggi siamo una massa di indecisi, incapaci di capire cosa ci fa bene e che cosa sia importante scegliere. In particolare, la felicità che viene sbandierata come fosse un obbligo sociale non è una cosa da acquistare chissà dove, né una condizione che una volta raggiunta rimane per sempre, senza contraccolpi. E’ piuttosto un desiderio da coltivare che convive con la mancanza di un appagamento totale che non deve distoglierci dal cercare e renderci scettici verso chi propina la felicità a buon mercato, salvo abbandonarci al puro divertimento.
La terza, infine, è la ‘fragilità’ di chi sa che tutto è provvisorio e fugace e le situazioni si capovolgono facilmente. Occorre sperimentare la precarietà che – per paradosso – rende tutto più eccitante e prezioso e lasciarsi sopraffare dallo stupore e dalle gratitudine, come abbiamo sperimentato durante il lockdown.
San Magno che è stato paziente, determinato e fragile ci faccia da battistrada. Perché si realizzi quanto auspicato da Giacomo: “Beato l’uomo che sostiene la tentazione, poiché una volta collaudato, riceverà la corona della vita, che Dio promise a quanti lo amano”.