A Capodanno si fanno gli auguri e si finge di credere che l’anno nuovo sarà diverso da quello passato. In realtà, nessuno si illude che le cose cambino d’improvviso, ma per un giorno ci si abbandona a questa sorta di rito collettivo contro la scaramanzia. Ben più concreta è la proposta della Parola di Dio che intende risvegliare in noi una dimensione fondamentale che è quella materna.
Per risvegliarla basta far riferimento al testo evangelico dove «i pastori andarono, senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia». La Vergine, che ha partorito un bimbo, è figura del nuovo e del genuino, che entra con Dio in questo mondo. Che cosa è il nuovo, visto che oggi la sensazione prevalente è che il vecchio sta crollando e il nuovo non si vede ancora? C’è una spia infallibile del nuovo ed è la natalità. La pensatrice Harendt trova che la natalità e non la mortalità sia quel che definisce l’uomo. E aggiunge che soltanto la nascita implica per l’uomo la facoltà di cominciare qualcosa di nuovo, di sorprendente, di inaspettato, di non calcolato o previsto. Insomma, non c’è niente di più innovativo di dare alla luce una creatura e niente di più stagnante che impedire la generazione di una nuova esistenza. Per questo Massimo di Antrodoco nato all’una e trentacinque in ospedale qui a Rieti è la novità. La prima dell’anno.
Il bambino è l’unica novità. Ma è la madre lo sguardo che accoglie sulla soglia dell’esistenza umana: il volto della madre è il primo volto del mondo. Ciò che fa bene e fa crescere non è guardarsi allo specchio, ma lasciar risplendere il volto della madre che ci accoglie. E questo dà non solo emozione, ma quella fiducia che consente di combattere senza arrendersi. Oggi a prevalere è un sottile disfattismo che taglia le gambe a tutto. Nessuno può intraprendere una battaglia se anzitutto non ha piena fiducia nella vittoria. La fede che si costruisce su questo sguardo benevolo della madre fornisce la certezza fondamentale che non esime dalla fatica, ma fa vincere, senza mai scoraggiarsi.
Da ultimo, la madre rende figli e costituisce fratelli. Quando viene meno la madre la famiglia rischia di disgregarsi e di inseguire altre logiche. Senza lo sguardo della madre si diventa miopi. Come ha detto papa Francesco proprio oggi: “la famiglia umana si fonda sulle madri. Un mondo nel quale la tenerezza materna è relegata a mero sentimento potrà essere ricco di cose, ma non ricco di domani”. Lasciamoci ritrovare dallo sguardo di Maria, cioè della Madre di Dio e degli uomini. Solo così la vita che sembra connessa, ma è disunita ritrova il filo. Lasciamoci prendere per mano da Maria che riporta l’unità tra i figli e ci fa riscoprire i legami.