Traccia per la riflessione in occasione della Celebrazione del penitenziale GMG

Lc 19,1-10
26-01-2019

«Ed ecco un uomo, chiamato Zaccheo». Zaccheo è una persona giovane, ma vecchia dentro. Compromesso con i romani, venale al punto da far la cresta al fisco del popolino, risulta inviso a tutti. Ad eccezione del giovane profeta di Nazareth che lo scova appollaiato tra i rami dove si è collocato per vederlo, data la sua piccola statura. Sarà quello sguardo dal basso in alto a far precipitare letteralmente a terra Zaccheo che non si sente giudicato, ma riconosciuto.

«Cercava di vedere chi era Gesù». Incrociare lo sguardo di Gesù Cristo significa essere guardati da Dio che solo riesce a trasformare anche la persona più inetta e violenta. Lo sguardo di Dio è vivificante e trasforma tutte le cose.

“Scendi subito. Oggi devo fermarmi a casa tua”. Queste parole che mai si sarebbe immaginato rivolte a se stesso sono la scintilla che lo rimettono in movimento al punto da esclamare: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Cambiare sembra impossibile e, in effetti, pochi sanno cambiare perpetuando gli errori di sempre. Ma diventa possibile quando si incrocia lo sguardo di Dio che è più tenero e affidabile di qualsiasi altro.