Domenica delle Palme: «Il bene comune richiede a ciascuno di preoccuparsi di come va il mondo»

(Mt 26, 14-27,66)
05-04-2020

Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!”. L’evangelista Matteo presenta alcuni dettagli originali, tra cui il lavarsi le mani da parte di Pilato. Oggi che il consiglio igienico più ricorrente è lavarsi le mani, che significato ha quest’azione all’apparenza innocua? In realtà, nel dramma della Passione, l’indifferenza di Pilato che non vuole o non può schierarsi da una parte (Gesù) o dall’altra (il popolo), diventa metafora di chi non è né carne né pesce; di chi lascia andare le cose; di chi, insomma, si fa gli affari suoi.

“Né carne né pesce” è il peggio che possa capitarci. Eppure sembra essere la segreta aspirazione di tanti che evitano accuratamente di prendere posizione. Senza collocarsi il rischio però è quello di procedere senza un orientamento, sballottati dalle urgenze e dalle convenienze. Ciò che spegne l’anima è proprio l’oblio rispetto al bene e al male: quando Gesù e Barabba diventano equivalenti o comunque indifferenti, tutto può accadere. Come ammoniva ignaro di quello che ci attendeva Z. Bauman: “Occorre convincersi che l’impossibile è possibile. Che il possibile è sempre in agguato, senza tregua… Nessuna minaccia è così temibile e nessuna catastrofe colpisce tanto duramente come quelle ritenute altamente improbabili”.

“Lasciare andare al suo destino” è l’esito dell’atteggiamento rinunciatario. Ci sono forme evidenti e altre camuffate per lasciar andare. Una delle più perniciose è la burocrazia, cioè attenersi a quel che è scritto senza derogare e senza rischiare. Il risultato è che tutto si blocca. Ma c’è anche la delega che consiste nel non preoccuparsi di come va il mondo, ma di appaltarlo ad altri. Se non ritroviamo la passione per il bene comune sarà inevitabile che ci tocchi poi sopportare nostro malgrado qualche ‘male comune’. Lasciar correre non è mai una buona idea.

Infine: “farsi gli affari propri”. È ispirato al buon senso, ma è una pessima abitudine perché ciascuno è connesso all’altro e quindi gli affari sono sempre comuni. Ritrovare questo sguardo per cui ci si appassiona a quel che è l’altro. Acquisire la prospettiva dell’I care (mi sta a cuore) di don Milani, è la strada da percorrere insieme. Infatti, come detto da M. L. King, assassinato come oggi il 4 aprile 1968: “Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché giusta”. Di fronte al Giusto è ormai impossibile fare come Pilato quel giorno in quella sperduta provincia dell’Impero romano.