Consiglio spirituale dopo il rosario: «Una parola dal fondo del pozzo»

Breve meditazione del vescovo dopo il rosario in diretta streaming dalla cappella della Madonna del Popolo nei giorni del Covid-19
02-04-2020

Oggi è la Giornata mondiale dedicata alle persone con autismo, un mondo poco visibile ma molto numeroso, fatto di famiglie con sensibilità e premure speciali. Vivere con persone autistiche è una fatica che in tempi di reclusione forzata può diventare ancora più insostenibile. L’interazione con gli altri e il movimento fisico è fondamentale per venire fuori da quel fondo del pozzo in cui si percepisce la persona autistica. Che è tutt’altro che insensibile a dispetto della sua condizione che subisce suo malgrado.

C’è una questione che attraversa le menti e i cuori dei genitori di figli autistici e diversamente abili ed è il cosiddetto “dopo di noi”. Che cosa ne sarà di quel figlio sensibile in fondo al pozzo dopo che mamma e papà non ci saranno più? È una domanda che una comunità civile oltre che cristiana non può non porsi. Anzi, deve mobilitarsi ed escogitare qualcosa per aiutare i genitori per offrire una prospettiva degna ai figli che sopravvivono loro, senza temere l’abbandono.

Chi è autistico, infatti, non smette mai di comunicare in mille forme e, paradossalmente, con una energia ancora più incontenibile. Come accadde qualche giorno prima di morire a san Giovanni Paolo II quando si affacciò l’ultima volta a piazza san Pietro. Non riusciva più a tirar fuori una parola dal fondo del pozzo della sua voce, ma si vedeva proteso con tutte se stesso verso gli altri.
Vorrei concludere con le parole di Andrea che in questi giorni ha perduto un suo vecchio amico che frequentava il centro: «Molto dolore sento nel mio cuore. Mio amico sta in braccio al Signore che lo proteggerà sempre. Molto mi mancherà, dolore sento, non riesco ad accettare di non vederlo più, molto nero periodo. Non voglio scrivere altro troppo doloroso» (Andrea Paolucci).