Consiglio spirituale dopo il rosario: «Questa forzata distanza ci porta a un esame di coscienza»

Breve meditazione del vescovo dopo il rosario in diretta streaming dalla cappella della Madonna del Popolo nei giorni del Covid-19
31-03-2020

Il coronavirus ha modificato anche la fede cristiana: messe sospese perfino a Pasqua, riduzione al minimo degli stessi funerali, interruzione dei percorsi di catechesi, formazione, di convegni, incontri, iniziative di carità. Ma Dio non abbandona il suo popolo. Certo non eravamo abituati a vivere la fede senza stare insieme, senza la domenica, senza iniziative da condividere. Lo stesso dicasi di tante altre forme di vita sociale: la scuola, in primis, il lavoro, lo sport. Ma per tornare alla fede: cosa vuol dire questa forzata distanza dalla chiesa, tra di noi, dai sacramenti? Penso che questa inedita e provvisoria condizione ci costringa ad un veloce esame di coscienza. I punti su cui esaminarsi sono almeno tre.

Il primo è: eravamo abituati a coltivare una dimensione spirituale a livello personale o soltanto grazie al momento assembleare e liturgico? A pensarci, la messa domenicale non è una parentesi di 45 minuti alla settimana, ma il momento culminante di quella relazione con il Mistero che si vive nel quotidiano a partire dalla convinzione che la fede fa ‘vedere Dio in tutte le cose’.

Il secondo è: quanto la Parola di Dio è il nutrimento della mia esperienza credente? Non bisogna essere protestanti per sapere – come afferma l’apostolo Paolo – che la fede nasce dall’ascolto. Se ciò è vero: quanto spazio all’ascolto, a questa dinamica apparentemente passiva, c’è nella preghiera quotidiana? Siamo privati dell’Eucaristia e speriamo che presto si torni a celebrarla ma nessuno può impedirci di ascoltare la Parola e di farla crescere con chi la legge.

Il terzo è: quanto mi manca la vita comunitaria? Perché se ci manca veramente dopo questa forzata separazione sarà più facile riscoprire la gioia dello stare insieme, impegnandoci a vivere la liturgia con consapevolezza e con profondità. Guai a noi se ci abituassimo alla messa in Tv o sul web. Ma questa privazione diventi una nostalgia che si traduce in una partecipazione ancora più nitida quando usciremo di casa.