Nel giorno del “Dantedì” che coincide con quello dell’Annunciazione possiamo lasciarci ispirare dal sommo poeta che ha inventato un viaggio incontro a Dio che si ritiene convenzionalmente sia iniziato il 25 marzo 1300. Il celebre inno alla Vergine è attribuito a san Bernardo che rappresenta l’ultima guida. Dante, infatti, è pronto ad affrontare la visione di Dio, tappa finale del suo viaggio nell’Oltretomba, ma prima di fissare lo sguardo nella mente divina san Bernardo deve rivolgere un’appassionata preghiera alla Vergine, affinché Maria interceda presso l’Altissimo e sia concesso al poeta il privilegio di penetrare i misteri dell’universo pur essendo ancora in possesso del corpo mortale.
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.
(Paradiso, XXXIII)