Saluto del vescovo Vito al cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin

Ottavo Centenario della Dedicazione della Cattedrale
09-09-2025

Signor Cardinale,

è con grande gioia che, come Pastore di questa Chiesa Reatina, insieme a tutti i presbiteri, i diaconi, i religiosi, le religiose e tutto il popolo di Dio che la compone, Le do il benvenuto in questa nostra terra, in questa città, in questa basilica cattedrale della cui dedicazione, avvenuta il 9 settembre 1225 per mano di Papa Onorio III, ricorre proprio oggi l’ottavo centenario. Insieme a Lei saluto gli eccellentissimi fratelli Vescovi che condividono con noi questo momento di grazia e di festa, ringraziando i tanti che, impossibilitati per impegni concomitanti, partecipano con la loro preghiera, a cominciare dal Presidente e dal Segretario della Conferenza episcopale italiana, come anche i miei predecessori, mons. Pompili e mons. Molinari. Saluto con deferenza le Autorità civili e militari del nostro territorio, tutti i presenti e quanti, soprattutto perché impediti dall’età o dalla malattia, non possono essere qui fisicamente ma sono in comunione con noi nell’affetto e nella preghiera. Un caro saluto ai rappresentanti delle altre Chiese cristiane, della comunità ucraina, come anche i rappresentanti delle altre fedi. Un grazie sentito anche alle rappresentanze degli ammalati, dei migranti e dei detenuti della nostra casa circondariale. Grazie!

Si apre un tempo speciale per la Chiesa Reatina, nel quale siamo invitati a rendere grazie a Dio. Sarà occasione propizia per riflettere sul nostro essere Chiesa in questo territorio e in questo tempo.

La gioia per gli ottocento anni della Dedicazione si fonde con quella della Chiesa universale che vive quest’anno il giubileo della speranza, indetto e aperto dal compianto papa Francesco.  Siamo consapevoli che proprio di gioia e di speranza hanno bisogno la Chiesa e il mondo intero. Come credenti, condividiamo e sosteniamo gli accorati appelli con i quali Papa Leone – a cui assicuriamo il nostro affetto e la nostra filiale preghiera – invita a recedere da logiche di violenza e a cercare le vie della pace. Del resto Lei, come Segretario di Stato, conosce in prima persona la drammatica situazione internazionale. Colgo l’occasione per ringraziarLa a nome di tutti per quanto ha fatto e sta facendo per promuovere una soluzione pacifica dei conflitti, noti o addirittura sconosciuti, che insanguinano l’umanità.

Questa porzione del popolo di Dio che è in Rieti, Eminenza Reverendissima, conosce bene cosa sono la distruzione, la morte, il dolore. Le ha sperimentate sulla propria pelle nel terribile sisma del 2016 e ne porta ancora, nei ricordi, nei cuori e nelle strutture, le ferite sanguinanti.

Di fronte a quanto accade oggi nel mondo, il nostro dolore è ancora più forte perché non è la forza imprevedibile della natura, ma lo stesso essere umano a farsi portatore di distruzione e di morte attraverso la follia della guerra. Tuttavia, ora come allora, noi non ci sentiamo impotenti: abbiamo a disposizione l’arma, quella sì sempre necessaria e vincente, della preghiera, e in questo anno di grazia vogliamo impegnarci ad usarla senza posa, in continuità con quanti in questa terra ci hanno preceduto.

Infatti questa nostra Cattedrale di Santa Maria (amabilmente così chiamata dalla nostra gente) non è un’isola nel deserto, ma sorge in un territorio segnato dalla più alta spiritualità. Qui è passato e ha sostato il Poverello di Assisi, lasciandoci quale preziosa eredità il Presepe e la Regola, il senso del Perdono e della Provvidenza di Dio con i santuari della valle santa reatina; in questa terra sono nati i suoi santi seguaci Filippa Mareri, Felice da Cantalice e Giuseppe da Leonessa; qui sono nati, vissuti, passati o hanno trovato la morte santi noti e anonimi di ogni epoca; proprio nella nostra Cattedrale è stato canonizzato san Domenico e lo stesso sacro edificio custodisce le spoglie del Venerabile vescovo Massimo Rinaldi oltre che di san Probo come anche di Santa Barbara patrona della Città e della Diocesi assieme a san Felice. Grande è la devozione che questo popolo sente per un altro santo francescano, Antonio da Padova. In comunione con tutti loro e invocando la loro intercessione, vogliamo chiedere luce per la Chiesa e pace per il mondo, avanzando anche noi nel cammino della santità.

Eminenza, desideriamo che questo anno doppiamente giubilare per la nostra Chiesa Reatina, che inaugura con la Sua presenza, sia per tutto il popolo di Dio che la compone l’occasione per sperimentare la gioia dell’amore, per ribadire con fiducia il proprio Laudato sii al Signore del creato, per ricordarci che siamo tutti fratelli e sentirci tra noi, con la Chiesa universale e il mondo intero, Cor unum et anima una. Grazie, Eminenza per la sua preziosa e attesa presenza. Maria, la Madre della Chiesa, doni a lei e a noi tutti ciò che giova al vero bene. Grazie!