«Venite a me vuoi tutti che siete affaticati e stanchi e io vi darò sollievo. Portate su di voi il mio giogo e imparate da me che sono mite e umile di cuore». Le parole di Gesù, sono state prese sul serio da Barbara che reagì alla fatica e alla stanchezza della sua generazione, lasciandosi educare dalla fede cristiana. Le conseguenze della sua scelta, peraltro, (niente matrimonio combinato e niente violenza) furono duramente contestate, al punto da essere uccisa. Eppure la sua decisione maturò all’interno di un mondo (III-IV secolo d.C.) che cominciava ormai a scricchiolare. Prova ne erano il declino demografico e l’imbarbarimento della cultura. Anche oggi la crisi demografica e quella educativa segnalano una crisi che – al netto del Covid – non è solo economica, ma spirituale. Come venirne fuori? La vicenda di santa Barbara, ci offre almeno tre spunti validi per l’oggi.
Il primo è che servono… maestri. Il vincitore del Global Teacher Prize è l’indiano Ranjittsinh Disale che appena arrivato al villaggio, cui era stato destinato per la scuola femminile non si è scoraggiato: la scuola era una stamberga e una su dieci delle ragazze si recava saltuariamente a lezione per andare nei campi. Ha invece imparato il dialetto e ha cominciato a tradurre i libri di testo; poi – grazie alle tecnologie – ha sdoganato l’arte, la poesia, senza trascurare la matematica.
Il secondo è che più del fuoco può il coraggio. È curioso quel detto che dice: “Si nasce incendiari e si muore pompieri”. In realtà, ci vuol poco a distruggere. Molto di più si richiede per costruire. Oggi la tendenza è a demolire. Ma chi ricostruisce poi? Santa Barbara si sottrasse alla follia di un impero economico e militare che non aveva alcun riguardo per la persona ed introdusse dentro una società in fiamme la libertà e la creatività.
Il terzo, infine, è che la fede è l’unico antidoto alla superstizione. Ieri si chiamava ‘pax romana’, ma era un pugno di ferro. Oggi si chiama violenza, bullismo, razzismo. Santa Barbara è la giovane che si solleva contro il padre che non esita ad eliminarla. Sembra l’effetto di una società che pensa solo al presente cioè a se stessa e non si cura abbastanza di dare un futuro ai propri figli.
Oggi vogliamo guardare nella direzione di un maestro dei nostri tempi, mons. Chiarinelli, che è stato in mezzo a noi, come Gesù e Barbara, “mite e umile di cuore”. La sua immagine collocata all’ingresso della Cattedrale sta a ricordare che se ai medici spetta salvare il mondo, ai maestri tocca salvare il futuro. Come fece santa Barbara.