In occasione del 50° di sacerdozio di padre Luigi Faraglia

Santuario de La Foresta
14-08-2020

Padre Luigi festeggia il suo 50° di vita presbiterale nel giorno in cui la chiesa fa memoria del santo francescano padre Massimiliano Kolbe. Fu destinato al bunker della fame nel campo di concentramento di Auschiwitz, divenendo martire della carità, il 14 agosto 1941. Dietro quel gesto  si nasconde una vita che era segnata da un ideale quasi cavalleresco e da sempre era legata alla Vergine Maria. Fu lui a fondare la Milizia dell’Immacolata insieme a padre Quirico Pignalberi. Il suo obiettivo è che i militi dell’Immacolata si trovino ovunque nella società. Fonderà una città a Varsavia e una in Giappone.  E aveva piani che riguardavano l’India e il mondo arabo. Quando fu rinchiuso nel campo di concentramento col numero 16670 disse che era entrato a lavorare in un altro campo di missione. «Sono anziano (47 anni !), sono un sacerdote cattolico. Voglio prendere il suo posto perché lui ha moglie e figli». Queste parole resero meno disumano il campo di concentramento con questo atto di donazione. Né Kolbe poteva pensare di compiere un gesto eroico in quel momento.

Padre Luigi è diventato prete e a suo modo contribuisce a rendere più umano il mondo in cui viviamo. Lo ha fatto a Terni per molti anni e poi al Terminillo, quindi a Cattolica e ora a Rieti.

Gli siamo grati per il suo carattere positivo e solare che lo spinge a guardare con fiducia agli altri, senza lasciarsi ipnotizzare dalle difficoltà.

Gli diciamo grazie per l’attenzione che ha avuto per i bambini della Bielorussia che continua nel suo impegno per una generazione di deportati che rischiano di perdere l’appuntamento con la storia.

Gli diciamo grazie per la sua vita di pastore che si rende prossimo agli ammalati dell’Hospice e non fa mancare il conforto della preghiera e della solidarietà a chi vive l’ultima stanza della sua vita.

Con padre Luigi, che reca con sé la reliquia dei capelli di padre Kolbe, diciamo a noi: «Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perirà. Con la vostre perseveranza salverete le vostre anime» (Lc 21,19).