Omelia in occasione dell’incontro “post Covid” con le suore di santa Filippa

Sabato della XIII del tempo ordinario (Am 9,11-15; Sal 85; Mt 9, 14-17)
04-07-2020

«In quel giorno, rialzerò la capanna di Davide, che è cadente, ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine, la ricostruirò come ai tempi antichi». L’ultima parte del libro di Amos annuncia la promessa di una restaurazione che fa seguito all’ennesima disfatta del popolo eletto. Sarà JHWJ che rialzerà la capanna di Davide caduta, cioè tutta la nazione. Il Signore cambierà in bene la sorte di Israele: non si tratta solo del ritorno dalla prigionia, ma anche della ricostruzione delle città. Una costante della vita umana è che periodicamente quello che sembrava essere definitivamente conquistato, esige di essere riguadagnato. Col COVID-19 abbiamo sperimentato il passaggio da un rischio al pericolo; il tempo si è contratto e siamo finiti dentro un’emergenza, con la sensazione di non avere gli strumenti per farvi fronte, da cui il sentimento della fine del mondo. Abbiamo bisogno di far ricorso alla fede che ci assicura che «con Dio la vita non muore mai» (papa Francesco, 27 marzo 2020).

Il problema è che di suo il Vangelo è come un “vino frizzante” che rischia di far saltare otri vecchi e corrosi; oppure come una toppa ruvida che innestata su un vestito vecchio rischia di fa saltare tutto. Si richiede pertanto un cambio radicale, una mentalità nuova. Ci è chiesta una nuova comprensione della freschezza, del brio, della bellezza dell’essere cristiani, senza lasciarsi limitare da mentalità superate, pregiudizi ricorrenti, sterili avversioni. La presenza del Signore è gioia e novità di vita. La gioia si oppone alla noia. La novità di vita si oppone alla ripetitività stanca e rassegnata. E’ quanto dobbiamo attenderci da noi, dalla chiesa e dalla società. «La consuetudine, che ci ripete e ci conferma come uno specchio» (Borges).

Libertà, sorveglianza, responsabilità sono le strade che dobbiamo ritrovare. La libertà della propria personalità che sa dare del proprio; la sorveglianza di chi non lascia andare, ma si preoccupa di vigilare; la responsabilità di chi si prende cura. I problemi restano, ma l’atteggiamento del credente sa raccogliere le sfide e portare avanti due aspetti: la gioia che nasce dal sentirsi liberi con Cristo e la novità di chi sa trovare forme sempre nuove per annunciarLo. L’augurio è che il carisma di santa Filippa si rinnovi oggi grazie a voi e la chiesa ne percepisca la gioia, la bellezza, la freschezza.