Monizione iniziale alla Messa di chiusura del Giugno Antoniano

28-06-2020

A quest’ora si sarebbe snodata la processione dei Ceri.

Quest’anno invece celebriamo l’Eucaristia. Il Covid ha costretto a cambiare tante cose, ma non la sostanza che rimane la stessa. Infatti, anche quest’anno celebriamo prima l’Eucaristia e poi – il prossimo anno certo! – faremo la processione. Questo legame tra Eucaristia e processione resta invariato, anche se dilazionato nel tempo. C’è, infatti, un legame tra l’Eucaristia e la strada, tra il rito e la vita. Anche S. Antonio lo sperimentò nel 1223 a Rimini. Per convincere un eretico di nome Bonovillo che negava la presenza di Cristo, egli accettò la sfida della mula. L’animale, tenuto per tre giorni a digiuno, fu posto di fronte ad una scelta: la biada da una parte e dall’altra la particola consacrata. E avvenne che in piazza Tre Martiri giunto davanti alla mula, S. Antonio dopo aver celebrato la Messa, avrebbe detto: “In virtù e in nome del Creatore, che io, per quanto ne sia indegno, tengo veramente tra le mie mani, ti dico, o animale, e ti ordino di avvicinarti prontamente con umiltà e di prestargli la dovuta venerazione”. Come il santo, ebbe finito di parlare, la mula, lasciando da parte il fieno, si sarebbe veramente avvicinata e inginocchiata, tra lo stupore e la commozione dei presenti, e l’eretico si sarebbe convertito.

Vogliamo essere da meno della mula? E dimenticare che l’Eucaristia è per noi il cibo della festa che ci fa camminare con coraggio e con inventiva tutti i giorni sulle strade degli uomini, condividendone lo stesso destino?