Tre consigli spirituali dopo il rosario: nostalgia della normalità, riscoperta della famiglia, reimparare a benedirci

Breve meditazione del vescovo dopo il rosario in diretta streaming dalla cappella della Madonna del Popolo nei giorni del Covid-19
13-03-2020

Tre considerazioni al termine di una giornata trascorsa come tutti in solitudine, anche se a contatto con tanti.

La prima: adesso che per forza di cose non possiamo stare fisicamente in chiesa cominciamo a sentirne la mancanza. È successo anche ai ragazzi di dover ammettere a mezza bocca che manca loro addirittura la scuola, come possibilità di incontro fisico, intracorporeo. Così stiamo scoprendo che i nuovi linguaggi della Rete che in questo ‘tempo sospeso’ sono utili, tuttavia, non sono sufficienti. Non dimentichiamolo.

La seconda: siamo finalmente tutti a casa. È straordinario quello che sta accadendo sotto i nostri occhi. Spesso c’eravamo solo lambiti, tollerati, sfiorati. Ora siamo quasi costretti a guardarci, soffermarci, interrogarci. Ci sarà qualche momento di tensione inevitabilmente. Ma c’è dell’oro in questo tempo sospeso: ritrovare la lentezza dello sguardo che fa capire con chi siamo. Come nell’audio simpatico che circola in modo anch’esso virale: ”E… comunque io da ieri sono in casa con la mia famiglia. Devo dire che sembrano brave persone”.

La terza: sette anni fa come stasera eravamo in festa per l’elezione del nuovo papa. Francesco ci spiazzò non solo per la scelta del nome, ma anche per il suo “Buonasera”. Ci sorprese, soprattutto, per una cosa: prima di benedire dalla loggia volle inchinandosi chiedere la benedizione al popolo. Reimpariamo a benedirci gli uni gli altri: i genitori benedicano i figli e reciprocamente i figli benedicano i genitori.