Veglia pasquale

(Mc 16, 1-7)
03-04-2021

«Di buon mattino, il primo giorno della settimana». Si usa dire che ‘il mattino ha l’oro in bocca’ per dire che le prime luci del giorno regalano un’atmosfera carica di energie. Oggi, per contro, si tende a far tardi e i giovani attraversano per intero la notte tra il sabato e la domenica. Che significa? Può esser vero che la notte è l’alternativa al giorno nel senso dell’autenticità (“Ma la notte no!”, cantava R. Arbore). Ma c’è dell’altro. E’ come se si sentisse l’esigenza di stare insieme nel buio, provare a percorrere per intero lo spazio vuoto e inerte per poi rilassarsi finalmente alle prime luci dell’alba. Verosimilmente, quelle donne che si recano al sepolcro avevano dormito poco quella notte. Ma all’alba si muovono decisamente verso il sepolcro di Gesù, senza minimamente immaginare ciò che le attende. A differenza dei maschi, “tombati” in casa, le donne non fuggono davanti alla vita, neanche quando si manifesta come morte. Ecco il punto: le donne sanno che cosa è vita e che cosa è morte. La nostra generazione è rinunciataria. Non vive la vita e non crede alla morte, anzi la dissimula. Ne prova angoscia che cerca di superare accontentandosi di surrogati e vive al minimo.

«Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui». L’invito del misterioso giovane vestito di bianco è perentorio. Mai farsi abbrutire dalla paura! Occorre continuare a cercare, come le donne che non smettono di interrogarsi e si muovono risolute, pur in mezzo a mille dubbi. La principale linea di divisione non è più fra quanti si considerano ‘credenti’ e quanti si considerano ‘non credenti’. Vi sono ‘cercatori’ tra i credenti (coloro per i quali la fede non è un ‘retaggio’, ma una ‘via’) e fra i non credenti, che respingono i concetti religiosi proposti da quanto li circondando, ma provano comunque il desiderio di qualcosa che soddisfi la loro sete di significato. Ci sono molti più ‘cercatori’ di quelli che sospettiamo. E molti più ‘residenti’ che hanno smesso di interrogarsi.

«Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». La Galilea non è semplicemente un luogo geografico, ma è piuttosto il luogo dell’incontro con il Maestro, da cui tutto era partito. Non è tanto un ritorno alle origini, quanto l’invito a maturare nella relazione personale con Lui. D’ora innanzi se ne percepirà la presenza nel quotidiano, come una compagnia che mai abbandona. Credere è osare l’incredibile fidando in questo rapporto che non è messo in discussione da niente e da nessuno. E che sottrae all’idolatria di altre presunte sicurezze che non sono mai salvezza. “Comprendere ogni mattina in maniera nuova l’antica fedeltà di Dio, poter cominciare quotidianamente una nuova vita nella compagnia di Dio – ecco il dono che Dio ci fa allo spuntare di ogni giorno” (D. Bonhoeffer).

Buona Pasqua!