I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avrete me

C’è stato in passato chi ha equivocato questa espressione di Gesù (Mc 14,7), posta da papa Francesco al centro della V Giornata Mondiale dei Poveri. Il contesto – come è noto – è la casa di Simone a Betania, dove la donna si fa largo tra gli sguardi attoniti dei commensali e unge il corpo del Maestro che ormai è “un uomo che cammina verso la morte”. Il testo greco definisce quest’opera “bella” (kalos), a differenza del testo italiano che la definisce “buona”.

In effetti, le opere “belle” non sono le opere esteriori (come la preghiera, il digiuno, l’elemosina), ma le beatitudini. Opera “bella” è l’essere poveri, lo scegliere di non servire a Mammona, l’essere pura di cuore, il diventare operatrice di pace. Il gesto della donna appartiene, dunque, non tanto alle opere efficaci, bensì alle opere “belle”. L’opera della donna nei riguardi di Gesù è “bella” perché è inaspettata, anzitutto. Nessuno poteva immaginare il profumo che avvolgeva la sala. Un’opera inaspettata e, quindi, originale, creativa. Ha la bellezza dei gesti eccentrici, nel senso che non seguono le regole dell’efficienza e del galateo. Si tratta di un gesto gratuito, e totale, esaustivo. Infine, è un’azione profetica perché di lì a poco quel corpo sarà sepolto, dopo la crocifissione.

Gesù è il povero per definizione e la sua avversativa «non sempre avrete me» lascia intendere che è povero lui pure. Nessuna acquiescenza alla povertà e tanto meno nessuna rinuncia alla lotta per la giustizia è dato di ricavare dalle sue parole. Ma soltanto la consapevolezza che il figlio di Dio è povero, anzi il più povero.

La Chiesa se vuol essere di Cristo e, dunque, dei poveri – secondo il desiderio di papa Francesco sin dall’avvio del suo ministero petrino – deve lasciarsi ispirare dall’opera bella di Maria di Betania. La sua azione sarà inaspettata, originale, creativa gratuita, totale, esaustiva.

È quello che auguro alla Chiesa reatina che ha una consolidata attenzione alle vecchie e nuove povertà. In realtà, la comunità cristiana è sfidata più che da queste dalla bellezza di Maria di Betania. Perché il povero è il volto stesso di Dio. E si sta coi poveri solo con opere belle, cioè inaspettate, originali, creative, gratuite, totali, esaustive.