Semplice, luminoso, vitale

Gli auguri del vescovo Domenico attraverso il TG5 Mediaset
25-12-2016

Il terremoto capovolge le case e la vita delle persone. La polvere acida dei nostri centri storici dopo il 24 agosto e il 30 ottobre, peraltro, non sembra dissimile da quella dei quartieri di Aleppo sotto il bombardamento o da quella del mercatino tedesco dove un tir asfalta decine di vite innocenti.

E’ possibile festeggiare il Natale in queste condizioni? No, verrebbe da dire istintivamente. Si, se siamo pronti a ripulire il Natale da quella convenzione sociale che ne fa un concentrato di banalità e di vanità. In realtà, anche il Natale di Dio capovolge la vita. In particolare, capovolge il nostro sguardo sull’esistenza perché catturato dall’infinitamente piccolo che è un bambino. E così semplicemente indica la direzione di marcia che è l’inizio, la nascita, la novità. Il grido di questo neonato è quello di un’umanità che sta per nascere.

Ma come nascere in mezzo a tante macerie? Ci vuole coraggio certo, ma anche alcune qualità che sono alla portata di ciascuno. La prima è smettere di piangersi addosso che spesso è solo l’anticamera del disimpegno e del vittimismo. La seconda è ritrovare un pizzico di umanità che consiste non solo nel prendere, ma anche nel restituire. Abbiamo troppo insistito sui diritti individuali, ma poco sui doveri sociali. Chi pensa che far da sé è fare prima si sbaglia e di grosso. Va forse più veloce, ma sicuramente meno lontano. La terza è non tanto ricostruire “com’era e dov’era”, ma ricreare con creatività, con innovazione, con limpidezza. Cioè smarcandosi da quei tic mentali per cui si torna sempre al si è sempre fatto così e si impedisce di trovare vie nuove all’agire sociale ed economico.

Qui in questa terra che si è aperta in due, molti secoli fa un piccolo uomo di nome Francesco inventò a Greccio il presepe. Lo volle semplice, luminoso, vitale. Torniamo da lui per ritrovare la sua certezza che è quella della fede cristiana. Quella speranza che una mistica francescana, Angela da Foligno, sintetizzava così: “L’incarnazione compie due cose: la prima è che ci riempie d’amore; la seconda che ci rende certi della nostra salvezza”.

Buon Natale!