Omelia in occasione della domenica di Pentecoste

(At 2,1-11; Sal 104; Gal 5,16-25; Gv 15,26-27; 16,12-15)
20-05-2018

«Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo». Il verbo “compiersi” suona un po’ strano, ma serve a rimarcare che quel giorno finalmente si compiono antiche promesse e si realizza il sogno dell’umanità che è l’unità. Per contro, la realtà è sempre segnata dalla divisione. Ci sono due strade per tentare questa ri-unione: la strada impaziente di tutti i sogni egemonici dagli imperi dell’antichità alla globalizzazione economica di oggi. Vediamo gli stessi film, mangiamo gli stessi hamburger, cerchiamo gli stessi vestiti. E poi c’è la via dello Spirito, che raduna “dal di dentro” gli uomini per cui nessuno si sente usato, sagomato, ridotto ad un numero.

Come sentirsi uniti, senza diventare una massa informe, come mettere insieme la comunione senza perdere se stessi? Paolo è netto: «Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne». E poi esplicita le opere della carne: «fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere». Come dargli torto? Poi, fortunatamente, aggiunge il frutto dello Spirito che invece è «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé». Si potrebbe dire meglio? In una parola, l’unità parte “da dentro”: non basta inseguire gli istinti dicendo che siamo fatti così, ma lasciarsi trasformare dallo Spirito che porta a far pace con se stessi. Adolescenti in gamba sono quelli che fanno frutto diventando padroni di se stessi piuttosto che alimentare le faide degli uni contro gli altri, come nel bullismo.

Siamo troppo esposti al venticello leggero della dissolutezza, della gelosia, delle diverse ubriacature che bisogna volerlo per non soggiacere. Per questo lo Spirito è necessario, come l’ostetrica che aiuta nel momento decisivo del parto. Così ci fa compiere un viaggio: dall’esterno all’interno, dalla periferia al centro, da una conoscenza per sentito dire a una comprensione profonda del Maestro. Lo Spirito di Gesù vi aiuta a crescere “dentro”. Emergono allora ragazzi che non cercano tanto visibilità, ma cercano profondità. E ancora ragazzi che non si disperdono in mille rivoli, ma si concentrano su ciò che è necessario. E da ultimo ragazzi non con una fede superficiale, ma con convinzioni interiori. È partendo da ciò che c’è dentro che sarà più facile armonizzare ciò che sta fuori. L’armonia è l’altro nome dello Spirito. Per voi oggi comincia questa stagione nel tempo più promettente della vita. L’augurio è che voi grazie allo Spirito diventiate sempre più armonici perché «la felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in completa armonia» (Gandhi).